Ecco le proposte e le richieste formative, i cosiddetti fabbisogni formativi, per tutte le professioni sanitarie portate al tavolo del ministero della Salute. Sono confrontati i dati forniti dall’Istat con quelli del Cogeaps, (Consorzio gestione anagrafica professioni sanitarie), l’organismo che riunisce le Federazioni nazionali degli ordini e dei collegi e le associazioni dei professionisti sanitari.
PROPOSTE INGRESSI CORSI DI LAUREA 2017-18
– TERAPISTI OCCUPAZIONALI
Sono circa 1.800 i professionisti attivi secondo Istat (1.300 circa secondo Cogeaps), tra i 23 e i 35 anni di età, quindi con poche uscite dal mercato del lavoro nei prossimi 20 anni (15 all’anno in media). L’Associazione Aito prevede un forte aumento della domanda, in particolare stimando di “intercettare” bisogni oggi soddisfatti in maniera non appropriata o non del tutto soddisfatti. Quindi ipotizza di passare dagli attuali 1.800 a 11.000 professionisti attivi nel 2035. Per fare ciò propone di aumentare gli ingressi dai 233 dello scorso anno a 463. Le Regioni propongono 211 ingressi che, lasciato costante negli anni, porterebbe ad avere una forza lavoro di 4.600 terapisti occupazionali nel 2035 (+150% rispetto ad oggi, ma – 60% rispetto alla stima di domanda dell’Associazione).
Una proposta compresa tra 210 e 250 è considerata congrua e coerente in attesa di un approfondimento rispetto a possibilità di migliorare la distribuzione geografica dei professionisti attivi e di valutare interventi di task shifting nei prossimi 5 anni.
– EDUCATORI PROFESSIONALI
Gli educatori professionali attivi sono di difficile individuazione, come è emerso su altri tavoli inerenti equipollenze/equivalenze. Secondo ISTAT sono circa 60.000 in Italia, ma è probabile che in questo dato siano inclusi anche quota parte di altre professioni (educatori sociali). Secondo Cogeaps, invece, sono 16.000. Da un punto di vista previsionale le due situazioni di partenza generano scenari molto diversi, a seconda che si voglia mantenere nel futuro costante la quota di 60.000 (necessari quindi 1.600 ingressi all’università ogni anno) o di 16.000 (necessari quindi 400 ingressi ogni anno). Senza contare che l’attività di riconoscimento che si sta svolgendo in questi mesi, a partire dall’anno scorso, sta probabilmente generando un certo flusso di “attivabili” che renderebbe ancora più bassa l’esigenza di avere nuovi professionisti formati dall’università. Le Regioni, altrettanto, non hanno dati certi a livello locale. In attesa di ulteriori approfondimenti, anche in merito alle politiche formative, una proposta compresa tra 680 e 800 ingressi risulta essere la più congrua e coerente.
– FISIOTERAPISTI
I fisioterapisti attivi secondo il Cogeaps sono circa 50.000 mentre per ISTAT sono circa 60.000. SI decide di adottare il dato ISTAT in quanto più verosimile. L’Associazione prevede nei prossimi anni un aumento della domanda: 71.000 fisioterapisti nel 2025; 73.000 nel 2030 (+20% circa in 15 anni). La proposta di ingresso dal prossimo anno di studenti ai corsi di laurea (proposta costante per i prossimi 15 anni) è di 2.000 da parte dell’Associazione e di 1.927 da parte delle Regioni. Entrambe le proposte sono coerenti con la stima di aumento della domanda del +20%. Considerando che esiste in questo settore il tema del riconoscimento dei massofisioterapisti, che costituiscono un flusso notevole di “attivabili”, in attesa di valutarne l’impatto, si propongono 1.950 ingressi.
– LOGOPEDISTI
I logopedisti attivi ad oggi sono circa 11.000. di cui la maggior parte nati tra il 1980 e il 1992, sono quindi una forza lavoro molto giovane che avrà poche uscite dal mercato del lavoro nei prossimi anni. Se dovessimo soltanto sostituire i pochi che escono, sarebbero sufficienti circa 100 ingressi ogni anno ai corsi di laurea, a fronte di 744 posti a decreto lo scorso anno. Se invece si mantenesse la quota di 744 ingressi costante nei prossimi anni, si arriverebbe ad una forza lavoro disponibile di circa 21.000 logopedisti al 2035 (quindi circa il doppio rispetto ad oggi). La richiesta dell’Associazione è di gli accessi e portarli a 787. La somma delle proposte regionali si attesta invece a 697, che porterebbe comunque a una forza lavoro di circa 21.000 logopedisti nel 2035, ma in modo più graduale. Il dato di 690 coincide tra l’altro con i posti a decreto del 2014 e del 2015. In attesa di un approfondimento su questa ipotesi di aumento considerevole della domanda nei prossimi anni, si propongono quindi 700 ingressi.
– ORTOTTISTI
Gli ortottisti dovrebbero essere circa 2.350 secondo il dato ISTAT (1.600 secondo Cogeaps). Anche in questo caso la forza lavoro è molto giovane (maggiore concentrazione tra i nati del 1983 e 1993). Sembra che la disoccupazione sia quasi nulla su questa professione, grazie anche a prime occupazioni tra i giovani nei negozi di ottica. L’Associazione prevede un forte e costante aumento della domanda nei prossimi anni (+ 90% nei prossimi 20 anni) tale da giustificare 230 ingressi dal prossimo anno accademico. Le Regioni propongono 189, una proposta che comunque porterebbe a raddoppiare la forza lavoro al 2035. L’anno precedente i posti a decreto erano 225. Sulla base di tali informazioni e al fine di migliorare la distribuzione geografica dei professionisti attivi una proposta compresa tra 210 e 230 ingressi risulta essere la più congrua e coerente.
– PODOLOGI
Ad oggi sono attivi 1.300 podologi secondo il database Cogeaps. Si tratta, anche in questo caso, di una forza lavoro molto giovane con poche uscite previste dal mercato del lavoro nei prossimi 20 anni (in media 15 all’anno). Quindi, anche ipotizzando un aumento della domanda (l’Associazione ha previsto un raddoppio della domanda fino al 2035) è necessario intervenire sulla capacità formativa. La somma delle proposte regionali è 157 (l’anno scorso ne chiedevano 150), che se tenuta costante nel tempo porterebbe a triplicare la forza lavoro nei prossimi 20 anni. L’anno scorso i posti a decreto erano 111: le due Associazioni propongono rispettivamente 80 e 111 dal prossimo anno accademico. La proposta di 80 ingressi risulta essere congrua e coerente per portare al raddoppio della forza lavoro nel 2035.
– TE.R.P.
Secondo Cogeaps sono ca. 1.400 gli attivi, ma da un approfondimento con l’Associazione sono stati stimati ca. 2.500 attivi sul territorio nazionale. Anche in questo caso mediamente molto giovani e la previsione di poche uscite dal mercato del lavoro nei prossimi 20 anni (meno di 10 all’anno in media). L’Associazione prevede un aumento della domanda: + 180% rispetto all’offerta attiva ad oggi partendo comunque da una ipotesi di carenza rispetto alla domanda attuale. Per questo propongono 400 ingressi dal prossimo anno accademico, in aumento rispetto ai 335 posti a decreto dello scorso anno. Le regioni invece propongono 276 posti che, se lasciati costanti nei prossimi anni, porterebbero comunque a raggiungere il livello di domanda stimato nel 2035 (6.700). In attesa di un approfondimento in merito agli “investimenti” dei prossimi anni nell’area della salute mentale, si propone un numero di ingressi compreso tra 275 e 300.
– T.N.P.E.E.
Sono attivi circa 4.300 T.N.P.E.E. secondo ISTAT (circa 3.800 secondo Cogeaps), anche in questo caso con una età media bassa e poche uscite dal mercato del lavoro nei prossimi 20 anni (50 in media ogni anno). La domanda è prevista in aumento dall’Associazione di circa il 60%, nonostante la popolazione di riferimento (età pediatrica e, in generale, i minori di 18 anni) è in decrescita nei prossimi anni 20 anni. L’Associazione propone quindi di aumentare i posti disponibili da 350 a 420 nei prossimi anni. Le Regioni propongono 280, una quota che se lasciata costante nel tempo porterebbe comunque ad avere nel 2035 una forza lavoro maggiore dell’80% rispetto ad oggi. Una proposta compresa tra 260 e 280 è più congrua e coerente con l’ipotesi di aumento della domanda del 60%.
– MEDICI CHIRURGHI
Sono attivi circa 297.000 medici chirurghi, di cui circa 34.000 nelle scuole di specializzazione (fonte dati: Cogeaps e ENPAM). Sono in corso in questi anni consistenti uscite dal mercato del lavoro ma ci sono altrettanto consistenti flussi in arrivo da professionisti attivabili (circa 26.000) e dall’università (tra gli 8 e i 10 mila ogni anno). La domanda è prevista in diminuzione dalla Fnomceo (422 per centomila abitanti), al fine di non replicare il fenomeno della «pletora medica». Come anticipato da Sanità24 , la Federazione propone quindi 8.400 ingressi all’anno, che in realtà porterebbe ad avere in ogni caso un «esubero» di offerta rispetto alla domanda stimata. Le Regioni propongono 10.328 ingressi, proposta che risulta essere incongrua in base alla stima media di domanda di 455 medici per centomila abitanti: sarebbero infatti sufficienti ca. 9.200 ingressi all’anno per coprire tale domanda. Quindi una proposta compresa tra 9.200 e 8.400, a seconda del livello stimato di domanda, risulta essere la più coerente.
– FARMACISTI
Sono attivi circa 70.000 farmacisti (fonte dati: Cogeaps e ENPAM). La domanda è prevista in costante da Federfarma. Alla luce dell’attuale disoccupazione tra i giovani professionisti e il gran numero di nuovi professionisti in arrivo dall’Università nei prossimi anni la Federazione propone quindi zero ingressi dal prossimo anno accademico. Le Regioni propongono 826 ingressi, proposta che risulta essere incongrua in base alla stima media di domanda di 125 medici per centomila abitanti: sarebbero infatti sufficienti gli attuali professionisti attivabili e quelli attualmente in formazione per coprire tale domanda. Tenuto conto della proposta di zero ingressi della Federazione e la proposta delle Regioni, va fatta una più attenta riflessione sul reale fabbisogno di questa professione.
– ODONTOIATRI
La Fnomceo propone 800 ingressi in base a una stima di domanda in diminuzione. Le regioni al contrario ipotizzano una domanda in leggero aumento nel futuro. La Regioni quindi propongono 1.039 ingressi, comunque non sufficienti a far fronte alla domanda stimata. Se consideriamo in circa 42.000 il calcolo degli odontoiatri attivi in FTE, rispetto ai 47.500 attivi in teste, e ipotizziamo di lasciare costante tale quota nel tempo (68 per centomila abitanti), sarebbero necessari 1.200 ingressi all’università ogni anno per coprire la domanda. Considerando l’attuale fenomeno di nuovi professionisti formati all’estero, si propone un numero di ingressi compreso tra 800 e 1.040.
– INFERMIERI
La Federazione Ipasvi prevede un aumento nei prossimi 13 anni della domanda di infermieri da 370 mila a 440 mila nei servizi pubblici.
Un aumento legato ai maggiori bisogni sul territorio dovuti all’innalzamento dell’età, alla sempre maggiore incidenza della non autosufficienza e delle cronicità, alla richiesta in crescita di assistenza domiciliare anche per dare continuità assistenziale alle fasi post ricovero. In questo senso, considerando che gli infermieri oggi in esubero (circa 16mila disoccupati) verrebbero rapidamente riassorbiti assieme ai circa 7mila precari se si desse corso all’attuazione della direttiva Ue sugli orari di lavoro e che la carenza stimata per dare servizi validi sul territorio è di almeno 47mila unità, la Federazione ha chiesto per l’anno accademico 2017-2018 iscrizioni per 18.516 corsi di laurea. Anche tenendo presente che l’evoluzione dei percorsi di lavoro secondo la Federazione non tiene conto solo dei professionisti dipendenti dal Ssn, ma della libera professione oggi in aumento e di quelli che lavoro nelle strutture private.
Secondo i calcoli utilizzati per la verifica dei parametri domanda-offerta nella Joint Action europea “Health Workforce Planning and Forecasting” tuttavia il numero di infermieri richiesti, in assenza di altre misure che influiscano sugli organici Ssn (ma solo su questi) e sulla loro attuale carenza, potrebbe portare nel 2025-2030 a un esubero di circa 45-50.000 infermieri. La richiesta di iscrizioni ai corsi di laurea è in realtà in aumento, ma più contenuto, anche da parte delle Regioni che chiedono oltre 14mila nuovi ingressi.
Con molta probabilità però ci si assesterà su una proposta finale analoga a quella degli anni scorsi compresa tra i 12mila e i 14mila nuovi iscritti all’università.
– INFERMIERI PEDIATRICI
La Federazione Ipasvi stima la domanda in decrescita alla luce della diminuzione della popolazione in età pediatrica. Quindi propone 198 ingressi dal prossimo anno accademico, numero che garantirebbe l’equilibrio tra domanda e offerta nel lungo periodo (pur scontando una disoccupazione importante nei prossimi 5 anni). Le Regioni invece propongono, come sommatoria 322 ingressi, proposta non coerente e in eccesso con la stima da loro effettuata di domanda costante. Si propongono quindi 198 ingressi dal prossimo anno accademico.
– OSTETRICI
La Federazione dei Collegi delle Ostetriche stima la domanda in valore assoluto costante (diminuzione della popolazione femminile in età fertile ma aumento della domanda da parte della popolazione femminile tout court). Considerando che la forza lavoro di ostetriche ad oggi e molto giovane, le uscite dal mercato del lavoro nei prossimi anni saranno poche. La federazione propone quindi 743 ingressi all’Università che, seppur in diminuzione rispetto all’anno precedente risulta essere ancora eccessivo rispetto alle previsioni di domanda. Le Regioni ne hanno stimate ad oggi 672, proposta congrua e coerente per portare tutte le Regioni ad avere nel 2030 60 ostetriche ogni centomila donne (+20% rispetto ad oggi). La proposta sarebbe di 672 risulta essere quindi la più congrua con lo scenario di domanda sviluppato.
– ASSISTENTI SANITARI
Gli assistenti sanitari attivi sono circa 6.100 secondo il database Cogeaps, con una età media molto avanzata rispetto alle altre professioni che comporterà un grande numero di uscite dal mercato del lavoro nei prossimi anni: circa 200 ogni anno in media.
L’associazione nazionale prevede un leggero aumento della domanda nei prossimi anni (circa + 10%) sulla base dei maggiori investimenti che alcune Regioni hanno programmato nei prossimi anni sulla prevenzione. In verità il fabbisogno sarebbe molto più alto ma bisogna considerare che alcune Regioni non impiegano per niente questa professione. Si prevede quindi più realisticamente che gli assistenti sanitari aumentino dagli attuali 6.000 a circa 7.000 unità nel 2035. Per poter arrivare a questa consistenza l’Associazione chiede 468 ingressi ai corsi di laurea dal prossimo anno accademico in avanti, numero che risulta congruo e coerente con tali stime realistiche. Le Regioni chiedono invece soltanto 301, a fronte dei 400 chiesti lo scorso anno. La proposta di 301 ingressi non è sufficiente neanche a garantire il turn over degli attuali professionisti attivi, e porterebbe dal 2027 ad avere una carenza di assistenti sanitari. Con 360 ingressi invece sarebbe almeno garantito il turn over nel lungo periodo. Si propone quindi un numero di ingressi compreso tra 360 e 468, in base allo scenario di domanda che si ritiene più realistico.
– TECNICI DELLA PREVENZIONE
I tecnici della prevenzione dovrebbero essere circa 15.000, secondo l’Associazione, anche se i dati ISTAT e Cogeaps parlano di circa 11.000 professionisti attivi (e questo sarà un aspetto da approfondire nel futuro, in particolare rispetto al settore di impiego che non è solamente sanitario in senso stretto, ma riguarda sia l’Ambiente che il mondo delle imprese). In ogni caso si tratta di persone maggiormente concentrate tra i 50 e i 60 anni di età, quindi con previsioni di uscita dal mercato del lavoro nei prossimi 15 anni di rilievo. Gli ingressi necessari per garantire il turn over dovrebbero essere circa 600 all’anno.
– TSRM
I TSRM attivi sono circa 22.000 secondo il database Cogeaps, mentre sono circa 28.000 gli abilitati iscritti ai collegi. Grazie al dato fornito dagli abilitati è stato possibile stimare una quota di attivabili pari circa a 1.300 unità. La Federazione nazionale non fa delle stime di crescita della domanda nel futuro ma preferisce in via cautelativa ragionare su uno scenario a domanda in leggera crescita (+10%), preoccupandosi prima di raggiungere un livello di piena occupazione e quindi assorbire la quota di attivabili. Propone quindi 722 ingressi per il prossimo anno accademico, in flessione rispetto ai posti a decreto delle scorso anno che erano 800. La somma delle proposte delle regioni invece arriva a 778 con delle previsioni di domanda altrettanto in leggere crescita (circa +10%). Alla luce di questa stima di domanda, una proposta di ingressi congrua e coerente risulta essere compresa tra 720 e 750.
– TSLB
I TSLB attivi sono circa 23.000 secondo il Cogeaps (dato in linea con la stima dell’ISTAT). L’età media di questa forza lavoro è abbastanza alta e si prevedono circa 600 uscite all’anno in media fino al 2035.
Considerando che attualmente sono stimati circa 3.000 professionisti già formati e non attivi e che ne sono previsti circa altri 3.000 in arrivo nei prossimi 3 anni dai corsi di laurea, gran parte del turn over è già garantito. L’associazione propone quindi 690 ingressi dal prossimo anno accademico (800 erano i posti a decreto l’anno scorso), proprio per poter prima garantire l’occupazione alle persone già formate e in via di formazione e si riserva nei prossimi mesi di approfondire il tema dello sviluppo della domanda che sembrerebbe essere soggetto a due driver di direzione opposta: lo sviluppo tecnologico che sta portando alla concentrazione del lavoro in grandi centri (con economie di scala anche sul personale) e il tema delle nuove competenze e del task shifting che invece potrebbe portare ad un aumento della domanda. In attesa di verificare l’andamento della domanda, propongono quindi 690 ingressi costanti ogni anno, garantendo così l’equilibrio tra domanda e offerta nel lungo periodo (in ogni caso, l’offerta rimarrebbe sempre superiore alla domanda nei prossimi dieci anni, quindi con un margine già disponibile nel caso in cui ci fosse un aumento effettivo della domanda). Le regioni in questo caso propongono, a fronte di una domanda stimata costante, facendo la somma, 767 ingressi, eccessivo rispetto allo scenario di domanda. Alla luce di questa stima di domanda, una proposta di ingressi congrua e coerente risulta essere compresa tra 690 e 710.
– TECNICI NEUROFISIOPATOLOGIA
I tecnici di neurofisiopatologia attivi sono circa 1.600 secondo il Cogeaps (dato in linea con ISTAT). Si tratta di una forza lavoro di età abbastanza giovane, quindi le stime di uscita dal mercato del lavoro sono basse.
L’associazione prevede un aumento della domanda nei prossimi anni, passando dagli attuali 1.600 a 2.000 professionisti attivi nel 2020, per poi rimanere costante fino al 2030. L’attuale capacità formativa di 130 è decisamente eccessiva anche per far fronte a questa stima di aumento della domanda. Per cui l’associazione propone 95 ingressi dal prossimo anno accademico, che comunque porterebbe ad avere uno stock di professionisti di 2.100 unità nel 2020 e di 2.500 unità nel 2030. La richiesta dell’Associazione mira infatti a garantire l’occupazione ai futuri professionisti pur garantendo la soddisfazione di una domanda prevista in aumento. Le regioni, in complesso, propongo 120 ingressi. Alla luce di quanto emerso, la proposta dell’associazione risulta quindi essere più coerente rispetto a quella delle regioni, alla luce di una stima di domanda costante, risulta eccessiva. Alla luce di queste considerazioni, una proposta di ingressi congrua e coerente risulta essere compresa tra 95 e 110.
– TECNICI AUDIOMETRISTI
I tecnici audiometristi attivi sono circa un migliaio (934 nel database Cogeaps) di età abbastanza giovane. L’associazione calcola un bisogno della popolazione di circa 1.600 audiometristi in aumento nei prossimi anni (fino a 2.500). Tale bisogno ad oggi sembrerebbe non soddisfatto in quanto i provider non impiegano audiometristi, utilizzando invece altre figure professionali per rispondere a tale bisogno. Per questo motivo l’Associazione pensa che nel futuro la situazione difficilmente cambierà e preferisce lasciare invariata l’attuale capacità formativa di 60 (utile soltanto a garantire il turn over). Al contrario le Regioni chiedono 107 ingressi nel complesso (129 ne chiedevano gli scorsi anni). Si tratta quindi di una situazione particolare in cui sembra che, ancora una volta, sia determinante la capacità formativa invece che un reale fabbisogno. In questo caso comunque la proposta delle Regioni sembra decisamente più coerente con una stima di aumento di domanda. Alla luce di queste considerazioni, una proposta di ingressi congrua e coerente risulta essere compresa tra 60 e 100, in base allo scenario di domanda che risultasse più probabile (costante o in aumento).
– DIETISTI
I dietisti attivi sono circa 4.200 (stima leggermente corretta rispetto al dato Cogeaps di 3.850). L’Associazione ha fatto una stima di domanda decisamente in rialzo nei prossimi anni, ipotizzando di raddoppiare i professionisti attivi al 2035 (8.300 il livello di domanda stimata nel 2035). Le motivazioni a supporto di questa stima riguardano in particolare un presunto aumento di professionisti occupati nel settore della ristorazione. L’Associazione chiede 426 ingressi il prossimo anno accademico (355 erano i posti l’anno scorso) per poi ipotizzare una diminuzione dei posti nei prossimi anni. Lo stesso livello di domanda si raggiungerebbe con 340 posti costanti negli anni, che rappresenta la proposta «giustificata» delle regioni. Quindi la proposta regionale risulta essere decisamente più coerente con uno scenario di domanda in aumento, sempre che tale scenario sia realistico. Alla luce di queste considerazioni, una proposta di ingressi congrua e coerente con uno scenario di domanda in forte aumento risulta essere compresa tra 300 e 340.
– IGIENISTI DENTALI
Gli igienisti dentali attivi sono 6.800. In questo caso il dato di riferimento è quello ISTAT, in quanto il dato Cogeaps di circa 3.200 risulta essere sottostimato. Si tratta comunque di una forza lavoro molto giovane (maggiore concentrazione tra i nati nel 1984 e il 1992) quindi con poche uscite dal mercato del lavoro nei prossimi anni. L’Associazione stima una domanda in aumento: 11.500 professionisti attivi nel 2030. Ha argomentato questa stima partendo da dati di attuale carenza sul mercato di queste figure e futura maggiore collaborazione con gli odontoiatri. La loro proposta è di 675 ingressi il prossimo anno accademico (640 i posti a decreto) che, se lasciato costante, porterebbe comunque ad avere un esubero di professionisti di circa 3.500 unità nel 2030, pur considerando l’auspicato aumento di domanda. Le Regioni chiedono 541 ingressi, proposta che se mantenuta costante porterebbe comunque ad un potenziale esubero. In realtà il numero corretto per bilanciare l’offerta con la domanda in aumento sarebbe di 400 ingressi costanti nel tempo. In ogni caso la proposta delle regioni è più congrua rispetto a quella dell’Associazione e ci si può riservare la possibilità di ulteriormente ridurre i posti nei prossimi anni, in base all’andamento occupazionale. Alla luce di queste considerazioni, una proposta di ingressi congrua e coerente con uno scenario di domanda in forte aumento risulta essere compresa tra 540 e 560.
– TECNICI AUDIOPROTESISTI
I tecnici audioprotesisti attivi dovrebbero essere circa 4.000 (questo secondo un conto dell’Associazione, perché il dato Cogeaps è di 2.774). Prevedono un aumento della domanda al 2030 del 35% con una richiesta quindi di ingressi ai corsi di laurea di 530 studenti (l’anno scorso i posti a decreto erano 306). La proposta delle Regioni è 319, proposta che se mantenuta costante, porterebbe comunque ad un aumento del 70% circa dell’attuale forza lavoro. La domanda è stimata in aumento a fronte dell’invecchiamento della popolazione, della cronicità e dello sviluppo tecnologico. Merita comunque un approfondimento il tema del fabbisogno reale. Alla luce di queste considerazioni, la proposta di ingressi più congrua e coerente con uno scenario di domanda in forte aumento risulta essere compresa tra 250 e 320.
– TECNICI DELLA FISIOPATOLOGIA CARDIOCIRCOLATORIA E PERFUSIONE VASCOLARE
I tecnici della Fisiopatologia Cardiocircolatoria e perfusione vascolare attivi sono circa 1.400 secondo Cogeaps. Sono una professione quindi di consistenza poco numerosa, che soddisfano un fabbisogno che in molte realtà sembra soddisfatto “impropriamente” da altre figure. Sembra inoltre che ad oggi vi siano molti disoccupati e sottoccupati (contratti atipici nel SSN). L’Associazione prevede, anche in questo caso, un aumento della domanda del 100%, arrivando quindi ad avere 2.800 professionisti attivi nel 2030. Le stime si basano in particolare su un ragionamento che prevede per le Aziende Sanitarie la sostituzione di personale “improprio” con tecnici della Fisiopatologia Cardiocircolatoria e perfusione vascolare. Richiedono quindi 191 ingressi, coincidenti con l’attuale capacità formativa. In realtà il numero congruo e coerente con questa stima di domanda sarebbe di 130 ingressi all’anno. Le regioni invece complessivamente ne chiedono 150, risultando essere quindi complessivamente la proposta più coerente. Alla luce di queste considerazioni la proposta di ingressi più congrua e coerente con uno scenario di domanda in forte aumento risulta essere compresa tra 130 e 150.
– TECNICI ORTOPEDICI
I tecnici ortopedici attivi sono circa 2.500 (dato Cogeaps corretto con dato ISTAT). Si tratta di una professione che opera esclusivamente nel privato, in particolare nelle officine ortopediche. L’Associazione fa presente che oggi il mercato è caratterizzato da un certo grado di abusivismo. Per questo hanno quantificato la domanda attuale a 3.000, ipotizzando proprio che il 15% sia impropriamente soddisfatta. Al momento stimano invariato questo livello di domanda nel futuro e propongono quindi 155 ingressi dal prossimo anno accademico, in linea con l’attuale capacità formativa e in linea con la richiesta da parte delle regioni (130 in totale). Alla luce di queste considerazioni una proposta di ingressi compresa tra 130 e 155 risulta essere sicuramente congrua e coerente.
– BIOLOGI
I biologi attivi sono circa 32.000 secondo l’ordine, considerando tutti i settori di occupazione. Mentre invece verosimilmente nel settore sanitario (pubblico e privato) sono impiegati circa 23.000 biologi (dato Cogeaps). Sempre l’ordine ha comunicato che i disoccupati sono circa 11.000, dato confermato anche da altre indagini sull’occupazione (ISTAT in particolare). Nel caso dei biologi la laurea triennale non è abilitante all’esercizio della professione di biologo, per cui serve almeno la laurea magistrale (e la specializzazione per lavorare nel SSN). Per cui, parlando di accessi alla formazione, si deve parlare in questo caso di accessi alle lauree magistrali. Alla luce della disoccupazione in cui versa la categoria da diversi anni, la proposta di accessi alle lauree magistrali dell’Ordine è 900, a fronte di un numero di circa 3.000 abilitati all’anno in media. Discorso diverso invece per quanto riguarda gli ingressi alle scuole di specializzazione, bloccati da diversi anni e per cui l’ordine chiede la riapertura. Ma ovviamente questa situazione non comporta la necessità di fare entrare più studenti alle lauree magistrali. La richieste da parte delle regioni non è analizzabile perché molte non hanno preso in considerazione questa figura professionale oppure hanno considerato solo l’occupazione nel SSN (e quindi legato agli ingressi nelle scuole di specializzazione).
– CHIMICI
I chimici attivi nel settore sanitario sono 1581 (dato Cogeaps, confermato dall’ordine). L’occupazione nel settore è ad oggi molto alta (non sembrano esserci disoccupati, anche secondo ISTAT). Inoltre il Consiglio Nazionale prevede un aumento consistente della domanda di chimici nel settore sanitario (+100% al 2035, pari a circa 3.200 chimici attivi) sulla base delle nuove frontiere della medicina e della farmacia. Chiedono quindi 130 ingressi alla laurea magistrale “riservati” al settore sanitario, proposta che coincide con la richiesta delle regioni (Sardegna a parte). Valgono anche per i chimici le considerazioni espresse per i biologi in merito sia alla laurea magistrale, necessaria per l’abilitazione alla professione di chimico, sia alla specializzazione necessaria per il SSN (e ad oggi bloccata).
– FISICI
I fisici medici attivi sono 795 secondo la banca dati Cogeaps, dato confermato dall’Associazione. L’Associazione ha fatto uno studio sullo sviluppo della domanda futura, sulla base di uno studio europeo e prendendo come riferimento alcune regioni italiane benchmark arrivando così a definire un valore di riferimento di 1,7 fisici medici per centomila abitanti, valore che porterebbe a circa 1.100 i fisici attivi nel 2035. Tale valore è già raggiunto da alcune regioni ma è lontano da valori attuali in altre regioni (per esempio Lazio e Campania). La richiesta è di 80 ingressi alle lauree magistrali, ma va poi affrontato anche nel loro caso il discorso delle scuole di specializzazione. Analoga richiesta arriva dalle Regioni (non considerando la Sardegna).
– PSICOLOGI
Gli psicologi attivi risultano essere circa 40.000 (dato Cogeaps confermato dal consiglio nazionale). Gli iscritti all’albo sono invece 100.000 e ogni anno se ne iscrivono circa 5.000 nuovi. Vista l’età giovane (la maggior parte degli attivi hanno un’età compresa tra i 35 e i 45 anni, è un’età di pensionamento alta (si tratta di libero professionista per la maggior parte che lavorano fino a 70-75 anni) non ci saranno uscite consistenti dal mercato del lavoro. Significa quindi che la disoccupazione è altissima: oggi circa 20.000, in prospettiva fino a 40.000. Il fabbisogno di laureati magistrali è quindi nullo, anche se, in controtendenza rispetto a questa situazione, sembra stia aumentando l’offerta formativa da parte degli atenei. Il fabbisogno espresso quindi dal consiglio nazionale è zero. La richieste da parte delle regioni sembra non tener conto della attuale situazione del mercato del lavoro sopra descritta.
– VETERINARI
L’ Ordine ha fornito i propri dati sugli occupati che sono stati inoltrati anche alle regioni: a livello nazionale si tratta di circa 33.000 professionisti attivi, di cui solo 5.376 nel SSN, per cui la gran parte sono libero professionisti, di cui tanti “sottoccupati” secondo l’ordine, ma anche secondo alcune regioni. Si stima quindi un attuale esubero di offerta. L’ordine propone quindi una domanda in decrescita, passando a 25.000 professionisti attivi nel 2035. Per fare questo propone 560 ingressi all’anno (660 i posti lo scorso anno), arrivando ad avere uno stock di 28.500 veterinari al 2035 (quindi comunque in più rispetto all’auspicio di averne 25.000). Le regioni ne chiedono invece 486 ingressi, proposta più coerente con quanto sopra esposto.
Si propone quindi un numero di ingressi compreso tra 480 e 550, in base allo scenario di domanda più verosimile (25.000 veterinari o 28.000 al 2035).
Il Sole 24 Ore sanità – 28 marzo 2017