Torna all’esame della Conferenza Stato Regioni lo schema d’intesa che, recepite le proposte emendative delle Regioni, fissa le norme per l’accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private. Un tavolo di lavoro dovrà definire entro la fine del 2013 modalità e tempi di adeguamento alle nuove regole.
Lo schema d’intesa che fissa i criteri per stabilire quali strutture saranno meritevoli o meno di far parte dei servizi sanitari regionali torna all’attenzione della Conferenza Stato Regioni. La nuova versione che recepisce le proposte emendative presentate dalle Regioni fissa otto requisiti essenziali per l’accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private (confronta la precedente versione).
Per quanto riguarda invece l’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture socio sanitarie pubbliche e private sarà predisposto un documento ad hoc.
Il provvedimento – che attua quanto dettato dall’articolo 7, comma 1 del Patto per la Salute 2010-2012 – stabilisce l’istituzione di un tavolo di lavoro al ministero della salute entro 30 giorni dalla stipula dell’Intesa. Il tavolo che costituisce “riferimento e supporto” per lo sviluppo e l’applicazione del sistema di accreditamento nazionale definirà entro dicembre 2013 le modalità e i tempi di adeguamento ai contenuti del provvedimento.
Nel documento sono stati individuate alcune caratteristiche comuni per l’accreditamento istituzionale/autorizzazione e sono stati stabiliti, per ciascuno degli otto requisiti o gruppi di requisiti, gli obiettivi da perseguire. Non solo, sono state anche definite le modalità di verifica che devono essere adottate dalle Regioni per garantire che effettivamente le strutture siano dotate dei requisiti richiesti.
Questi gli otto requisiti fissati: attuazione di un sistema di gestione delle strutture sanitarie per governare l’attività di cura e di assistenza; definizione della tipologia delle prestazioni e dei servizi erogati, e monitoraggio e valutazione delle performance erogate. E ancora, idoneità delle strutture e applicazione delle norme per la gestione e la manutenzione delle attrezzature; competenza del personale e comprovate capacità di comunicazione tra i professionisti e i pazienti; appropriatezza clinica e sicurezza; attuazione di processi di miglioramento e innovazione tecnico professionale e organizzativo e umanizzazione e personalizzazione delle cure.
14 dicembre 2012 – quotidianosanita.it