In altalena giudiziaria da anni, i «milk warriors» segnano un punto a loro favore: la scorsa settimana il Tar del Lazio ha annullato alcune cartelle esattoriali emesse da Equitalia nei loro confronti.
Il Tribunale amministrativo ha accolto le motivazioni annullando le intimazioni a pagare. Un braccio di ferro questo che va avanti dal 2007, con alterne vicende. Loro non hanno mai ceduto: «Quelle multe non hanno fondamento e noi non le pagheremo». Eugenio Rigodanzo, leader del «milk warrior» è l’incubo di Equitalia e l’uomo da battere. Dalla sua c’è un’indagine dei Carabinieri del Comando per le Politiche Agricole e Forestali che ha confermato l’illegittimità delle multe stabilendo che in Italia non è mai stato prodotto il latte che Agea ha dichiarato alla Comunità. L’indagine (voluta dall’allora ministro all’Agricoltura Luca Zaia) aveva isolato comportamenti truffaldini alla base dei quali l’Italia dichiarava una produzione fittizia, basata su dati falsi, a cui è seguita l’irrogazione allo Stato italiano di sanzioni miliardarie, le sanzioni sono poi state riversate sugli allevatori, parte dei contributi comunitari sono finiti in tasca a gente che non ne aveva diritto. Proprio di questo si parlerà domani in un’assemblea a Mantova all’auditorium Bam nella quale sarà presente l’ex Comandante del Comando per le Politiche Agricole e Forestali, il generale Vincenzo Alonzi. Assieme all’onorevole Gabriele Cimadoro (Idv) e all’onorevole Sebastiano Fogliato (Lega). Se sia possibile stabilire una verità accettata, quanto questa storia abbia soltanto alimentato le faziosità pilitiche. Contro gli allevatori che protestano, da sempre c’è l’ex ministro Giancarlo Galan che li descrive come un manipolo di irriducibili furbetti, spudorati nel rifiuto di pagare dove altri hanno pagato. «Altro che poche centinaia di furbetti – ribatte Rigodanzo – in realtà mi risulta che sono almeno 25 mila le aziende che tutt’ora devono saldare il conto. Se poi si volesse essere curiosi e ricercare altre verità si potrebbe scoprire che il birichino ministro di nome Catania ha tenuto nascosto per 2 anni nel cassetto una lettera della commissione europea che sancisce la completa illegittimità del calcolo di tutte le multe dal 1995/96 fino al 2003/04. E se ci si prendesse la briga di leggere la relazione del Comando Carabinieri delle politiche agricole del 15/4/2010 e le indagini dei rappresentanti dello stesso su delega della Procura di Roma ,si comprenderebbe che la vicenda quote latte è uno dei classici misteri italici che di misterioso ha molto, ma molto poco».
La Nuova Venezia – 1 aprile 2012