I proprietari di animali domestici dovrebbero essere avvertiti del rischio di contrarre malattie trasmesse da cani, gatti e altri ‘pet’, presenti ormai a milioni anche nelle case degli italiani. In particolare, le infezioni sono una minaccia reale per le persone più vulnerabili, tra cui neonati, bambini con gravi patologie, malati di cancro e chiunque abbia un sistema immunitario indebolito.
A sostenerlo sono esperti della Ohio State University (Usa), autori di un articolo sulla rivista ‘Canadian Medical Association Journal’ in cui non si intende creare allarmismi, ma si evidenzia come molte persone, e anche molti medici, non tengano in sufficiente considerazione la possibilità di infezioni cosiddette ‘zoonotiche’, trasmesse cioè da animale a uomo.
Uno degli autori dello studio, Jason Stull del dipartimento di Medicina Veterinaria Preventiva dell’ateneo americano, sottolinea: “Gli studi suggeriscono che i medici non chiedono regolarmente se il paziente ha contatti con animali, né discutono i rischi di malattie zoonotiche, indipendentemente dallo stato immunitario della persona”. Eppure, tutti gli animali domestici possono potenzialmente trasmettere malattie alle persone, avverte il nuovo studio. Cani, gatti, roditori, rettili e anfibi possono infatti portare Salmonella, Clostridium difficile, Campylobacter jejuni e altri microrganismi nocivi, come anche parassiti quali vermi o toxoplasma. Le infezioni possono essere acquisite attraverso morsi, graffi, ma anche con il semplice contatto con la saliva o con le feci, avvertono i ricercatori.
Rettili e anfibi costituiscono poi un rischio particolare, perché potrebbero trasmettere malattie anche indirettamente, semplicemente contaminando le superfici della casa. “Si stima che questi animali – dicono gli scienziati – siano responsabili dell’11% di tutte le infezioni da Salmonella sporadiche tra i pazienti con meno di 21 anni di età, e il contatto diretto con questi animali non è necessario per la trasmissione zoonotica”.
Gli esperti suggeriscono alcuni modi per contribuire a ridurre le possibilità di infezioni: indossare guanti protettivi per pulire acquari e gabbie; lavare le mani correttamente dopo il contatto con l’animale; non farsi leccare in faccia dagli animali; evitare il contatto con animali esotici; pulire regolarmente e disinfettare le cucce degli animali, le aree dove mangiano e dove risiedono; porre cestini per i rifiuti degli animali lontano dalle zone dove si mangia e dove avviene la preparazione del cibo; se si ha un sistema immunitario debole, attendere che si rafforzi prima di accogliere un nuovo animale domestico; infine, programmare regolari visite dal veterinario per tutti i vostri animali domestici.
I veterinari: “Animali ben tenuti non pericolosi per salute umani”
“La zoonosi, cioè la trasmissione di infezioni dagli animali all’uomo, è un fatto molto raro”. A dichiararlo è Marco Melosi, presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari (Anmvi). «Teoricamente tutto è possibile, però devo dire che è molto difficile che accada, e personalmente in 30 anni non mi sono mai capitati» casi di persone infettate da animali domestici. Il tema è oggetto di un articolo sul “Canadian Medical Association Journal” in cui si avverte della possibilità di zoonosi soprattutto per persone vulnerabili come neonati o persone immunocompromesse. Ma il presidente Melosi è chiaro: «Le zoonosi ci sono e sono ormai da tempo riconosciute come tali – spiega – e per questo va fatta l’ormai nota profilassi, che è soprattutto vaccinale. Ovviamente non è bene che un bimbo stia a contatto con le feci di un animale: è sempre un rapporto che deve comportare delle regole di pulizia e controllo, unite al buon senso. Se si ha questo, il rischio è praticamente zero. Se un animale è ben tenuto e regolarmente vaccinato i rischi sono molto più teorici che reali e se si usano le più banali misure di igiene non si corrono pericoli». Sì al far dormire cane o gatto sul letto, secondo il veterinario, «sempre mantenendo la zona pulita», ma no al farsi `baciare´ sulla bocca: «Sono contrario», dice Melosi. Non c’è invece alcun divieto nel mantenere gli animali in casa anche se c’è una persona con una grave malattia: «Gli animali – ricorda l’esperto – oggi entrano persino negli ospedali per la pet-therapy. Basta controllarli regolarmente e vaccinarli. Ed è molto più rischioso allontanare una persona dal proprio animale e dall’effetto benefico che il suo affetto assicura, che farli restare insieme».
AdnKronos Salute e il Sole 24 Ore – 22 aprile 2015