Il giudice Giancarlo De Filippis di Lanciano dà ragione a due cani di Treglio finiti alla “sbarra” perché accusati dai vicini di essere troppo rumorosi animali cani notizie curiose
Abbaiare è un diritto sacrosanto del cane, specie quando aiuta l’uomo nella difesa della sua proprietà. Lo ha stabilito il giudice del tribunale di Lanciano, Giancarlo De Filippis, a conclusione di un procedimento civile d’urgenza che ha visto «alla sbarra» due cani di Treglio, nel chietino, di proprietà di una famiglia del posto.«I due cani erano accusati dai vicini di disturbare con il loro abbaio – racconta l’avvocato Andrea Cerrone, dottore di ricerca in tutela dei diritti fondamentali all’università di Teramo – ma il giudice ha stabilito che i cani hanno tutto il diritto di abbaiare, specie se qualcuno o qualcosa di avvicina al loro territorio di riferimento e purchè non si superi la soglia di tollerabilità stabilita nel codice. I cani – aggiunge – svolgono una funzione importante nel caso in questione, abitando la famiglia in campagna, sono una sorta di predecessori delle sirene degli antifurti vivente e senziente – sottolinea Cerrone – il diritto va sempre più estendendo la sua sfera di interesse verso gli animali e questa ordinanza ne è una testimonianza».Il caso è stato seguito dall’avvocato Silvio Rustignoli di Lanciano, assistito da un pool di esperti, tra i quali Cerrone e l’ingegnere Pasquale Di Monte: il legale è riuscito a dimostrare la temerarietà della lite cominciata da una famiglia di Treglio, vicina di casa degli animali, che dunque risponderà per responsabilità aggravata. «Ci siamo trovati dinanzi a una situazione di vero e proprio stalking giudiziario – dice l’avvocato Rustignoli – con decine di procedimenti penali pendenti, che vede tra le principali vittime una bambina, i suoi genitori e, per l’appunto, i poveri animali. Stiamo conducendo una battaglia che comincia a vedere qualche spiraglio di luce – aggiunge il legale – andiamo avanti per tutelare le persone ma anche gli animali. L’Ordinamento italiano è sempre più all’avanguardia nella tutela dei diritti di questi ultimi anche se ancora c’è molta strada da percorrere: gli articoli 544 bis e seguenti del codice penale, l’art. 5 della Legge 189 del 2004 e, da ultimo, la ratifica della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, che stabilisce l’obbligo morale dell’uomo di rispettare tutte le creature viventi, ci lascia ben sperare».
Il Centro – 20 giugno 2012