Capita sempre più frequentemente di imbattersi in persone che, passeggiando, sostituiscono il cane al guinzaglio con un animale abitualmente allevato come specie “da reddito”, siano suini, agnelli o altro. Altri, meno esibizionisti, ricoverano comunque tra le mura domestiche animali d’allevamento che ben si adattano a coccole ed attenzioni finora riservate ad altre specie.
Dapprima sembrava che tale consuetudine fosse riservata a personaggi particolarmente eccentrici, attori, cantanti o accaniti animalisti ma, poiché lo spirito di emulazione è forte e la diffusione delle notizie, grazie ai social network è capillare, potremmo aspettarci un’esplosione del fenomeno e la necessità di codificare e normare una nuova categoria di animali, “ibrida” tra quelle che, per consuetudine sono a tutt’oggi conosciute. Tanto sembra inevitabile che ciò possa succedere presto quanto appare impellente legiferare in materia, poiché tali nuovi pets, per quanto non entreranno mai nel circuito alimentare, sono comunque in grado di ammalarsi e trasmettere patologie proprie della specie, o addirittura essere vettori di zoonosi.
Volendo fare un po’ di chiarezza ricorriamo alle definizioni che già sono conosciute: