Sarà vietato allevare animali domestici destinati alla vivisezione. Il divieto è contenuto in un emendamento alla legge comunitaria 2011, approvato in commissione Affari sociali della Camera.
La norma prevede il divieto di esperimenti sugli animali senza anestesia o analgesia, qualora provochino dolore all’animale. Vieta inoltre l’utilizzo di scimmie antropomorfe, cani, gatti e specie in via d’estinzione a meno che non risulti obbligatorio da legislazioni o da farmacopee nazionali o internazionali o non si tratti di ricerche finalizzate alla salute dell’uomo. L’emendamento contiene l’obbligo di garantire lo sviluppo di metodi alternativi all’uso di animali a fini scientifici, destinando a a questo scopo congrui finanziamenti. E sarà realizzato un sistema ispettivo che garantisca il benessere degli animali da laboratorio. Nei laboratori ci saranno ispezioni, con e senza preavviso.
ANIMALI:BRAMBILLA,IN COMMISSIONE CAMERA RIVOLUZIONE CIVILTA’
ROMA – Stop agli allevamenti lager per gli animali, sì ad una ricerca civile: si può riassumere in questi due concetti il senso di un emendamento, approvato oggi in commissione Affari Sociali della Camera, alla normativa che recepisce la legge comunitaria del 2011 e che riguarda la protezione degli animali utilizzati a fini scientifici.
“Oggi è avvenuta una rivoluzione culturale”, ha esultato, nel corso di una conferenza stampa, il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, presidente del Comitato per la creazione di una Italia ‘animal friendly’. “Sono il primo ministro a porre certi temi in Consiglio dei ministri – ha aggiunto – e alcune volte, all’inizio, non è stato facile. Ma un terzo famiglie italiane ha animali e il 90% li ama”.
In Italia sono 12 milioni gli animali utilizzati per gli esperimenti in Europa, 900 mila in Italia, di cui l’80% sono
ratti ma ci sono anche conigli, cani e gatti. La normativa del 1992, già giudicata, da molte persone sensibili al tema, troppo permissiva, è stata ulteriormente peggiorata con la direttiva Ue del 2011, ha spiegato oggi il ministro Brambilla. L’emendamento approvato prevede, tra le altre cose, l’implementazione dei metodi alternativi all’uso di animali a
fini scientifici destinando a questo scopo congrui finanziamenti; la formazione di personale esperto nella sostituzione degli animali con metodi in vitro. Vieta
l’allevamento di primati, cani e gatti destinati alla sperimentazione; vietati anche esperimenti che non prevedano anestesia qualora provochino dolore all’animale e di definire un
quadro sanzionatorio appropriato. E’ infine vietato l’utilizzo di scimmie antropomorfe, cani, gatti e specie in via di estinzione a meno che non risulti obbligatorio da legislazioni o
da farmacopee nazionali o internazionali o non si tratti di ricerche finalizzate alla salute dell’uomo previa l’autorizzazione del ministero della Salute, sentito il Consiglio superiore di sanità
Il testo dell’emendamento presentato da Ceccacci Rubino, Giammanco, Mancuso, Frassinetti, Repetti, Mannucci e Catanoso
Art. 3-bis. (Principi e criteri direttivi per l’attuazione della direttiva 2010/63/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 settembre 2010 sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici).
1. Il Governo è tenuto a seguire, oltre ai principi e criteri direttivi di cui all’articolo 2 della presente legge, in quanto compatibili, anche i seguenti principi e criteri direttivi:
a) garantire l’implementazione di metodi alternativi all’uso di animali a fini scientifici, destinando all’uopo congrui finanziamenti; formare personale esperto nella sostituzione degli animali con metodi in vitro, nel miglioramento delle condizioni sperimentali (principio delle 3R), anche tramite corsi di approfondimento all’interno di Centri di ricerca e Università integrandone il piano di studi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Inoltre, assicurare l’osservazione e applicazione del principio delle 3R grazie alla presenza di un esperto in metodi alternativi e di un biostatistico all’interno di ogni Organismo preposto al benessere degli animali e del Comitato nazionale per la protezione degli animali usati a fini scientifici;
b) vietare l’utilizzo di scimmie antropomorfe, cani, gatti e specie in via d’estinzione a meno che non risulti obbligatorio da legislazioni o da farmacopee nazionali o internazionali o non si tratti di ricerche finalizzate alla salute dell’uomo o delle specie coinvolte, condotte in conformità ai principi della direttiva 2010/63/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, previa autorizzazione del Ministero della salute, sentito il Consiglio superiore di sanità;
c) vietare l’allevamento di primati, cani e gatti destinati alla sperimentazione di cui alla lettera b) su tutto il territorio nazionale;
d) assicurare una misura normativa sufficientemente cautelare nei confronti degli animali geneticamente modificati, tenendo conto della valutazione del rapporto tra danno e beneficio, dell’effettiva necessità della manipolazione, del possibile impatto che potrebbe avere sul benessere degli animali e valutando i potenziali rischi per la salute umana, animale e l’ambiente;
e) vietare l’utilizzo di animali negli ambiti sperimentali di esercitazioni didattiche, ad eccezione dell’alta formazione dei medici e dei veterinari, ed esperimenti bellici;
f) vietare gli esperimenti che non prevedono anestesia o analgesia, qualora provochino dolore all’animale;
g) assicurare un sistema ispettivo che garantisca il benessere degli animali da laboratorio, adeguatamente documentato e verificabile, al fine di promuovere la trasparenza, con un numero minimo di due ispezioni all’anno di cui una effettuata senza preavviso;
h) predisporre una banca dati telematica per la raccolta di tutti i dati relativi all’utilizzo degli animali in progetti per fini scientifici o tecnologici e dei metodi alternativi;
i) definire un quadro sanzionatorio appropriato in modo da risultare effettivo, proporzionato e dissuasivo.
ansa 19 ottobre 2011