Nel decreto prevista una norma per bloccare eventuali «furbi»
Arriva lo stop dai Palazzi scaligeri alla pesca delle anguille nel lago di Garda. Come annunciato da «L’Arena», la Provincia ha deciso di firmare il decreto che vieta di pescare l’animale che, secondo delle analisi dei mesi scorsi, risulta inquinato da Pcb e diossina.
A dare l’annuncio del provvedimento è il vice presidente della Provincia e assessore all’Ambiente Fabio Venturi. «Il decreto si riferisce alla pesca professionale, subacquea e all’attività sportivo-dilettantistica. Ed è stato emanato per motivi precauzionali: vogliamo evitare che l’anguilla finisca sulle tavole di qualcuno, anche inconsapevolmente».
Dopo l’ordinanza del ministero della Salute che ne vietava la commercializzazione, era stata la Provincia a spingere per il divieto di pesca, anche per rendere più efficaci i controlli. Di fatto però no n si capiva di chi fosse la competenza di vietare la pesca, se della Regione o della Provincia: «Da Roma ci è stato comunicato che spetta a noi l’emanazione del divieto di pesca e così il presidente Giovanni Miozzi ha firmato il decreto 57 e ci auguriamo facciano presto la stessa cosa anche Brescia e Trento», aggiunge Venturi rassicurando che «gli eventuali rischi per la salute derivano da un consumo continuativo e non saltuario». La Provincia sta già diffondendo il decreto agli organi interessati, provvedimento che scadrà il 21 giugno 2012, come l’ordinanza ministeriale. Venturi spera che per quella data sarà stata individuata la fonte dell’inquinamento e posto rimedio al problema.
Le cause: l’indagine è ferma in attesa dei dati sulle ulteriori analisi richieste dal tavolo di coordinamento interregionale e interprovinciale presieduto dal sottosegretario al ministro della Salute, Francesca Martini. I dati dei campioni nelle acque veronesi sono «confortanti» ma per una valutazione definitiva, i tecnici devono poter visionare anche gli esiti degli esami nelle acque bresciane, non completi.
«Il decreto», precisa il funzionario della Provincia Ivano Confortini, «stabilisce il divieto di pesca e di trattenimento e detenzione di anguille e precisa che quelle catturate nel lago dovranno essere liberate. Ciò facilita il compito di controllo». «Provvedimento determinante», conclude Sandro Salvelli, responsabile del servizio veterinario dell’Ulss 22, «perché evita che qualche furbo accumuli e congeli anguille per rivenderle una volta cessato il problema».
L’Arena – 7 luglio 2011