Gennaro e Terrevoli: «Sopprimere la guardia notturna a Noventa sarebbe un grave errore». «Un riassetto dell’ospedale di Noventa compete alla programmazione regionale e aziendale sulla quale non intendiamo interloquire. Ma nelle condizioni attuali la soppressione della guardia anestesiologica è impossibile e inaccettabile».
L’Aaroi Emac, il sindacato che rappresenta gli anestesisti e rianimatori ospedalieri, boccia su tutta la linea la proposta dell’Ulss. «Confrontare Noventa con Asiago, come se si dovesse prendere esempio da lì, non sta né in cielo né in terra. Che non ci sia una guardia ad Asiago è una follia. La guardia ci vuole in qualsiasi ospedale dove ci sia un’attività chirurgica con degenti di elevata complessità e a rischio». L’intenzione dell’azienda, come noto, sarebbe di togliere in via sperimentale al “Milani” per quattro mesi, da settembre a dicembre, la guardia notturna degli anestesisti. Sono insorti i sindacati medici, che si sono riuniti d’urgenza al San Bortolo. È insorto il Comune di Noventa, che ha scritto lettere di fuoco all’Ulss e alla Regione, e ha convocato il Consiglio. È scesa in campo la politica con una serie di prese di posizione. Soprattutto, però, resta incandescente lo scontro fra azienda e sindacati. In prima fila c’è, appunto, il sindacato più direttamente interessato, l’Aaroi, che non arretra di un millimetro. Anzi, il responsabile aziendale Paolo Gennaro e il segretario regionale Attilio Terrevoli, smontano, uno dopo l’altro, tutti gli elementi su cui si reggerebbe la proposta dell’Ulss. La prima contestazione è sul piano giuridico. «Così come stanno oggi le cose, in base alla qualifica dell’ospedale di Noventa, si deve fare riferimento alla normativa in vigore. Il contratto esclude esplicitamente la reperibilità sostitutiva della guardia di anestesia». Altro energico no alla disposizione dell’Ulss che imporrebbe all’anestesista reperibile di arrivare in ospedale entro 30 minuti dalla chiamata. «Non è possibile – sostengono Gennaro e Terrevoli – vincolare l’arrivo a un tempo predeterminato, dato che la norma prevede solo l’arrivo nel minor tempo possibile. ». Netto dissenso anche rispetto all’indicazione data dall’Ulss riguardo ai pazienti, i quali, se avessero bisogno di terapia intensiva, verrebbero trasferiti a Vicenza. «Non è logisticamente pensabile – spiega l’Aaroi – di trasferire i pazienti all’ultimo momento di notte a Vicenza, dove proprio la carenza di posti intensivi è una delle criticità». Gennaro e Terrevoli vogliono poi fare chiarezza su alcuni aspetti «che distorcono la realtà e ledono l’immagine degli anestesisti». La prima precisazione è sui presunti compensi per chi fa la guardia notturna al “Milani”, cioè una delle ragioni che starebbe dietro la scelta dell’azienda berica. «A Noventa non vengono programmate guardie anestesiologiche a gettone ma solo in orario di servizio, per cui si è pagati con il normale stipendio che si prende in busta paga. Il riferimento a 720 euro a notte è errato come lo è anche il totale di 720 mila, che sarebbe pari a mille notti all’anno. Affermare che gli anestesisti percepiscano queste somme senza dover fare nulla è falso e profondamente ingiusto». Altra profonda divergenza sull’utilizzo a Noventa dei quattro posti letto di terapia intensiva. Secondo l’Ulss l’utilizzo sarebbe minimo: circa 150 ore all’anno. Da qui lo scarso bisogno di una guardia notturna. L’Aaroi prende le distanze. «Questo valore lascia perplessi. Corrisponderebbe a meno di 3 ore di apertura la settimana, cosa evidentemente impossibile e facilmente verificabile».
Franco Pepe – Giornale di Vicenza – 28 agosto 2013