Il fenomeno non accenna a diminuire. In Italia continuano a verificarsi casi di avvelenamento doloso di animali, principalmente domestici o d’affezione. Ma non mancano segnalazioni di sospetto avvelenamento doloso sulla fauna selvatica: principalmente lupi e volpi e, ultimamente si è indagato sugli orsi in Trentino e su una colonia di capre ad Anacapri (caso risolto: sono rimaste vittime di un fulmine).
Il quadro, costantemente aggiornato, viene tracciato dal Centro di referenza nazionale per la medicina forense veterinaria dell’Istituto zooprofilattico sperimentale (Izslt) del Lazio e della Toscana, di cui è responsabile il dottor Dario Deni. L’Istituto gestisce i casi di sospetto avvelenamento, come autopsie di animali morti o esami ispettivi su sospette esche o materiali biologici di animali, effettuando analisi tossicologiche attraverso il laboratorio chimico di Firenze.
“Lavoriamo direttamente con esami anatomopatologici o, a distanza, attra-verso un sistema di video-necroscopie che stiamo mettendo in atto”, spiega Deni.
“L’attività del laboratorio di diagnostica molecolare forense, p arte integrante del Centro, si occupa di analisi di campioni di tessuti provenienti da varie matrici di specie animali, per analisi genetiche, analisi comparative, identificazione individuale, attribuzione di paternità, riconoscimento di ibridi intraspecifici. Il centro, poi, organizza corsi di formazione per il personale Ssn e degli organi di polizia per la standardizzazione delle indagini sul campo dei rilievi medico-legali riguardanti i reati contro gli animali domestici e selvatici”.
Tre animali al giorno avvelenati
Dal punto di vista normativo la prima ordinanza ministeriale sul divieto di esche e bocconi avvelenati è stata emanata neldicembre 2008.
“Sono pertanto disponibili i dati dal 2009 al 2019 quando è stato istituito il portale informatizzato fortemente voluto dal Ministero della Salute”, spiega Giulia Rosa, responsabile operativo del Centro di referenza.
“Il fenomeno delle esche pare aumentato ma probabilmente si deve al fatto che, grazie all’ordinanza, sono aumentate le segnalazioni ed è stato chiarito quali sono le azioni da intraprendere a fronte di un sospetto avvelenamento. Nei primi dieci anni abbiamo registrato più di 31 mila animali morti, 8,7 animali al giorno, sebbene le conferme di avvelenamento siano di circa 3-3,5 animali al giorno. Negli istituti zooprofilattici sono state analizzate più di 18mila esche di cui positive più di 6800 (circa due al giorno)”.
Trend confermato negli ultimi anni: Emilia e Lombardia le Regioni più colpite
Nel 2019, come ricorda Deni, su mandato del ministero della Salute e in collaborazione con l’Izslt, nasce il portale dedicato per la gestione informatizzata di tutti i casi di avvelenamento doloso degli animali. Il sistema produce automaticamente le mappe dei casi confermati che contengono informazioni sui tossici utilizzati ma anche sulle modalità di veicolazione delle esche.
“Nel 2022 registriamo circa 2300 animali morti per sospetto avvelenamento di cui confermati più del 40 per cento (950 animali, n.d.r.). Rinvenute 1479 esche, positive 572 (37 per cento). I dati dei primi mesi del 2023 confermano lo stesso trend”, aggiunge Rosa.
“Si è verificato un picco di casi subito dopo la pandemia quando si è potuto di nuovo circolare liberamente. Le regioni più colpite sono l’Emilia Romagna (2023: 200 animali positivi e 72 esche) e la Lombardia (2023: 149 positivi e 106 esche). Generalmente le aree più colpite sono quelle urbane, seguite dalle aree private e aree agricole. Meno casi nelle aree boschive ma, in questo caso, le vittime sono animali selvatici che più difficilmente vengono rinvenuti. Conosciamo solo la punta dell’iceberg, quello che ci viene segnalato ma il fenomeno è molto più ampio di quello che riusciamo a vedere”.
I bersagli e i veleni più frequenti
Il portale ci dice che la specie più interessata è il cane, seguita da gatto, lupo e volpe. I tossici più utilizzati sono, in primis, gli anti- coagulanti (rodenticidi) e la metaldeide.
Prosegue Rosa: “Spesso non si riesce a individuare l’avvelenatore e a metterlo di fronte alle conseguenze penali. Per esempio, è vietata la commercializzazione dell’endosulfan (insetticida organoclorurato, n.d.r.) in tutta Europa dal 2011 ma nel 2022 abbiamo registrato più di 200 casi di avvelenamento da endosulfan, soprattutto in due regioni (Veneto capofila) con cento avvelenamenti.
È chiaro che, essendo una sostanza fuori commercio e persistendo i casi, le autorità giudiziarie potrebbero indirizzare le indagini. Non sempre, purtroppo, le informazioni che mettiamo a disposizione vengono colte dal punto di vista investigativo”.
Profili da serial killer
Gli avvelenatori sono in continua evoluzione, usano nuovi veleni, e, a volte, si nota serialità. Quasi sempre agiscono nelle stesse aree. “Per la criminologia gli avvelenatori seriali di animali hanno punti in comune con i serial killer di umani”, rileva Giulia Rosa.
Inoltre, alcuni studi ipotizzano che i reati contro gli animali possano essere un indice di futuri crimini contro gli uomini. Anche in base al tipo di tossico utilizzato, se è facilmente reperibile o meno, si può capire se si tratta di avvelenatori seriali o occasionali, magari per un problema interpersonale con il proprietario dell’animale.
Esche allestite in fretta e furia anche utilizzando vetri o lamette. Oppure, ci sono atti dolosi dovuti a malesseri sociali, contestazioni verso le istituzioni, come per gli avvelenamenti delle colonie feline o esche rilasciate contro la fauna selvatica, l’orso o il lupo.
Molto spesso non è l’animale il vero bersaglio, ma l’avvelenamento doloso si deve a contrasti personali, di vicinato, o politici”.
Il portale nazionale e la app per i cittadini
Il portale nazionale degli avvelenamenti dolosi è uno strumento tecnico a disposizione dei veterinari dell’Asl o dell’unità territoriale competente, compreso il sindaco. Si possono segnalare i casi di sospetto avvelenamento e, in caso di conferma, vengono avvisate le Procure. Nel 2022 la Direzione Generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del Ministero della Salute, con il Centro di Referenza, hanno reso disponibile la app “Bocconi avvelenati”, scaricabile sui sistemi IOS e Android: ogni cittadino può segnalare i casi sospetti e far scattare il sistema di allerta dopo la validazione.
L’applicazione gratuita riporta dati e mappe consultabili da tutti i cittadini. Si possono segnalare le esche sospette, con geolocalizzazione tramite smartphone, ed essere informati sulle aree a rischio.
La segnalazione arriva direttamente al sindaco e all’Asl che dovranno intervenire con prelievo dell’esca, bonifica dell’area in cui è stata rinvenuta e, in seguito a conferma, la segnalazione viene riportata sul Portale nazionale