Con ancora la zika nel cuore e l’aviaria nella testa, come ogni olimpiade anche questa ha il suo virus: questa di PyeongChang si chiama, come sappiamo, Norovirus, un nemico gastrointestinale capace di metterti ko come se fosse un cazzotto in pancia. Preso atto che non si tratta di uno scherzo per pochi, il comitato olimpico coreano aggiorna sugli sviluppi. Questa mattina i casi confermati erano saliti a 86, ma intorno a mezzogiorno un nuovo comunicato ha fissato il numero dei contagiati a 126 (volontari, agenti di polizia, tecnici) e che il virus si stia diffondendo è provato dal fatto che le persone colpite non vivono tutte nello stesso sito olimpico. Insomma, il batterio si sta facendo un giro per la vallata e per provare a fermarlo hanno schierato l’esercito.. Novecento militari saranno infatti impegnati non nei posti di blocco ma nel sorvegliare gli addetti alle cucine e alla preparazione dei cibi serviti e consumati all’interno del parco olimpico.
Seguono accurate ispezioni disposte dal ministero coreano per la sicurezza alimentare e ancor più dettagliati consigli su come prevenire (o almeno provarci) l’attacco del virus. Ci sono quelli classici (lavatevi le mani almeno per trenta secondi con acqua e sapone, fate bollire l’acqua corrente prima di bere) e altri abbastanza esilaranti. Tra questi spicca il punto numero 5 delle istruzioni per l’uso: non cucinate se soffrite di diarrea. Come se spignattare in certe condizioni fosse la prima cosa che ti viene in mente di fare. Ma i coreani sono precisi e gentili, una parola in più non fa mai male. Se a qualcuno venisse voglia di farlo, non dica poi che non era stato avvertito.
La Stampa – 8 febbraio 2018