Anche i fedelissimi chiedono a Berlusconi di fare un passo indietro e di dimettersi. Ieri sera, infatti, il segretario del Pdl, Angelino Alfano, l’uomo “dei numeri'”del partito, Denis Verdini, e il braccio destro del premier, Gianni Letta, sono entrati nello studio del Cavaliere con una di quelle somme che non lasciano scampo.
Allla Camera la maggioranza non ha più i numeri. Tabulati e ultime defezioni comprese, la matematica ferma l’asticella a quota 306. La linea suggerita dai tre uomini di partito a Silvio Berlusconi sarebbe stata quella delle dimissioni e di un nuovo esecutivo aperto e sostenuto dall’Udc.
Il Cavaliere vorrebbe attendere martedì
Il Cavaliere avrebbe chiesto almeno di aspettare fino a martedì, quando Montecitorio dovrà esprimersi sul Rendiconto, che già una volta costò al premier un passaggio parlamentare obbligato con tanto di voto di fiducia. Linea che non piace ai suoi che giudicano rischioso avventurarsi in voti cruciali con queste contingenze.
Il premier resta a Roma per contattare i dissidenti «uno per uno»
Intanto proseguono i contatti di Berlusconi con esponenti della maggioranza, tanto che il il premier ha rinviato la sua partenza da Roma ed è restato a Palazzo Grazioli. Già ieri Berlusconi aveva spiegato, nel corso della conferenza stampa post-G20, di aver intenzione di contattare «a uno a uno» i dissidenti che si stanno manifestando all’interno dello schieramento di centrodestra. D’altra parte il tempo stringe. Il primo test che la maggioranza sarà chiamata ad affrontare è martedì quando a Montecitorio si voterà sul Rendiconto generale dello Stato. E sul vecchio testo l’Esecutivo era caduto.
Ft al premier: “In nome di Dio, dell’Italia e dell’Europa vattene!”
Oggi un grande quotidiano economico come il Financial Time scriva un editoriale in cui, mettendo in risalto le similitudini tra Italia e Grecia, si rivolge a Berlusconi con le parole di Oliver Cromwell “In nome di Dio, dell’Italia e dell’Europa vattene!”. Un articolo che non passa inosservato fra le file dell’opposizione. «Se Berlusconi – ha sottolineato Marina Sereni, vicepresidente dell’Assemblea Nazionale del Pd – anziché vedere ristoranti pieni e file agli aeroporti, prendesse finalmente atto di essere lui il principale problema dell’Italia in questo momento, renderebbe finalmente un servizio utile al suo Paese». Sulla stessa linea Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati del Pd.«Noi copiamo il prestigioso quotidiano finanziario britannico per dire a Silvio Berlusconi: “in nome di Dio, dell’Italia e dell’Europa, vattene”». Per Ventura, «soltanto un cambio di leadership potrà dare fiducia – dicono dall’inghilterra – e sottolineano che non sarà però automatico restituire piena fiducia ai mercati, certo, sarà difficile e non indolore per un paese che ha sopportato anni di colpi di scena inefficaci, ma oggi a piazza San Giovanni, con il Pd c’é l’Italia che può costruire un futuro migliore».
ilsole24ore.com – 5 novembre 2011