Il Tribunale di Alba ha condannato a 5 mesi di reclusione e cento euro di multa un imprenditore di origine cinese per maltrattamento di animali. Nella motivazione della snetenza si legge che “mediante un impianto rudimentale non autorizzato e privo di adeguate condizioni igieniche, cagionava la morte di numerose anatre, con crudeltà e senza necessità, per produrre paté d’anatra da immettere in commercio”.
Due anni fa le forze dell’ordine incaricate del sequestro dell’improvvisato impianto di macellazione, a Monteu Roero, trovarono 33 anatre morte, e 23 ancora vive. “E’ una condanna rilevante – sostiene il legale della Lav Francesca Gramazio -, perché ancora una volta, dopo l’analoga condanna del Tribunale di Milano del febbraio 2012, evidenzia il fatto che la destinazione finale, al consumo alimentare, delle anatre, può ugualmente integrare il reato di maltrattamento di animali qualora la macellazione verga praticata in violazione delle specifiche norme”. Le operazioni devono essere condotte solo da persone in possesso della preparazione teorica e pratica necessaria a svolgere tali attività “in modo umanitario ed efficace”. Questi sono i limiti invalicabili che l’uccisione di animali a scopo alimentare deve osservare, limiti che, sulla base delle carte processuali, sono stati platealmente violati dall’imputato e che la Lav, costituitasi parte civile, ha invocato. La Lav ringrazia l’avvocato Francesca Quaranta del foro di Cuneo per l’assistenza legale prestata.
21 aprile 2013