Per Luca Zaia è una bella gatta da pelare e non lo nega. Il polverone sollevato dalla gara d’appalto per l’aggiudicazione della copertura assicurativa in ambito sanitario vinta dalla “City Insurance” mette la Regione in una situazione difficile.
Non tanto dal punto di vista delle indagini, ma perchè di punto in bianco la sanità veneta si trova a non essere assicurata per gli eventi catastrofali. E cosa vuol dire questo? Semplice, che di tutte le richieste da 500mila euro in su se ne deve far carico con proprio patrimonio la Regione.
In Regione c’è consapevolezza della delicatezza del momento, il governatore affronta l’emergenza sanitaria, forse la più pesante a cui il Veneto sia stato sottoposto: «Speriamo che questa situazione si definisca quanto prima – sottolinea – Abbiamo fatto tutto il possibile per facilitare i controlli da parte delle autorità competenti e rassicuriamo la popolazione: la Regione c’è e ci sarà sempre, e se ci dovessero essere contenziosi abbiamo pianificato l’intervento in proprio con un fondo di sopravvivenza». Del resto la Regione aveva attivato la Commissione ispettiva, non appena era venuta a conoscenza delle attenzioni della Finanza nei confronti della City Insurance, compagnia romena che ha vinto l’appalto (per le cause sotto i 500mila euro) anche nelle Asl Veneziana, Veneto Orientale, Mirano, Chioggia, Rovigo, Verona, Alto Vicentino, Adria, Azienda ospedaliera di Padova (queste ultime due realtà hanno affidato direttamente l’appalto). Commissione ispettiva che a febbraio ha concluso la sua relazione. Spiega l’assessore alla Sanità Luca Coletto. «Avevo sentito che attorno alla compagnia c’era qualche rumore – sottolinea – E ci siamo mossi».
Del resto la City Insurance, come appare anche dalla successiva ispezione interna della Regione aveva prodotto la documentazione richiesta con qualche lacuna e si era presentata come unica concorrente. Nella gara per l’appalto delle Asl Veneziana, Veneto Orientale, Mirano, Chioggia e Rovigo la compagnia romena, si aggiudica l’appalto per un premio biennale di 26 milioni 400.166 euro; per l’Azienda di Verona, (unica concorrente), la City si aggiudica la gara per 10 milioni, 615mila euro.
Per l’Alto Vicentino le compagnie che si sono presentate sono state invece tre: AmTrust, Lloyd’s e City. Aggiudicataria sempre City per 3 milioni e 85.500 euro annui. Per Adria l’affidamento è stato diretto, infatti come cita la relazione “sono intervenute due comunicazioni del segretario regionale per la sanità con cui si informavano le aziende sanitarie della provincia di Padova e Rovigo del differimenti dell’esordio del nuovo modello di gestione dei sinistri”, cioè l’autogestione fino a 500mila euro. Per Adria l’assegnazione diretta a City è invece di soli 6 mesi per una cifra che passa dai 98mila euro mensili a 70.
L’Azienda ospedaliera di Padova sceglie l’affidamento diretto motivandolo con l’urgenza (col differimento della data dell’autoassicurazione): “…oggettiva non compatibile con i normali tempi tecnici richiesti per l’espletamento di una procedura di gara”. E visto che la segreteria generale aveva procrastinato per due volte le procedure per l’autoassicurazione. Nella relazione dell’Ispettivo compare una “discrasia tra il certificato camerale e l’effettiva proprietà azionaria” che la City – riprende il documento – spiega solo a seguito di successive richieste di chiarimento da parte della Regione e dell’Azienda di Verona, specificando che “le visure camerali, nello Stato di appartenenza, non registrerebbero il trasferimento della proprietà delle azioni”.
Il Gazzettino – 22 aprile 2012