Sarà il quinto cambiamento in sei mesi. Neanche il tempo di metabolizzare la riduzione da 9 a 6 mesi (che entrerà in vigore dall’1 febbraio), che la validità del Super Green Pass, ma solo per chi ha ricevuto il booster, si allungherà di nuovo: a 9, a 12 mesi o addirittura senza scadenza. Provvedimento indispensabile per evitare che, in attesa di capire se ed eventualmente quando sarà opportuno un ulteriore richiamo, a partire da marzo decine di milioni di italiani restino privi della certificazione verde che adesso è necessaria praticamente ovunque.
La fisarmonica del Green Pass: il governo conferma che, per quanto paradossale alla vigilia dell’ulteriore riduzione a 6 mesi, la proroga della certificazione verde per chi ha fatto il booster è già sul tavolo dei tecnici del ministero della Salute. La decisione non sarà immediata, si attendono le indicazioni della comunità scientifica per capire quale durata dell’efficacia del vaccino può garantire il booster e si guarda a quello che avverrà nelle prossime settimane nei Paesi che dall’inizio della pandemia fanno da apripista: Israele e il Regno Unito. Ma non c’è neanche molto tempo per decidere. Entro un mese, al massimo, il governo dovrà nuovamente modificare la validità del Super Green Pass, almeno per i vaccinati con tre dosi visto che la quarta, al momento, non è neanche all’orizzonte.
Medici e personale sanitario, persone fragili e anziani, hanno fatto la terza dose a partire dai primi di ottobre e dunque la validità della loro certificazione scadrà ai primi di marzo. Non si potranno di certo escludere dalla vita sociale le persone più coperte dall’infezione e in regola con i cicli vaccinali. Dunque, non resta che la proroga per un tempo ancora indefinito, almeno per arrivare all’autunno, quando è possibile che un nuovo richiamo si renda opportuno soprattutto per i più fragili o per chi, come il personale sanitario, è più esposto al contagio.
Nulla invece dovrebbe cambiare per chi è guarito dal Covid o per chi ha fatto solo le prime due dosi. Per loro, la durata del Pass resterà di sei mesi. Entro quella scadenza per vederlo rinnovato sarà necessario fare il booster.
In attesa della proroga, però, da martedì 1° febbraio, la durata di tutti i Green Pass, anche quelli emessi in precedenza, anche per chi ha già fatto il booster, si accorcerà da 9 a 6 mesi. Non bisognerà scaricare di nuovo il certificato, saranno le App di verifica a riconoscere come validi i qr code di chi ha fatto l’ultima iniezione da non più di 180 giorni, anche se la scadenza riportata non risulta mutata. Insomma, una complicazione in più per i cittadini che ormai fanno una gran fatica a orientarsi nell’enorme ginepraio di norme che regola l’accesso sui luoghi di lavoro, negli esercizi commerciali, sui mezzi di trasporto.
A rendere urgente la proroga del Green Pass per chi ha già fatto la terza dose ci sono anche le sollecitazioni degli operatori turistici che hanno lanciato l’allarme sull’impossibilità di programmare la stagione primaverile vista l’anomalia delle regole italiane diverse da quelle degli altri Paesi europei e non solo dove la durata della certificazione vaccinale è più lunga, da 9 a 12 mesi. E dunque, per fare un esempio, un turista americano che ha fatto la terza dose già ad agosto o a settembre si ritrova nell’impossibilità di programmare un viaggio in Italia dove il suo Pass risulterebbe già scaduto e non rinnovabile visto che la quarta dose non è disponibile. Viceversa, un italiano con Green Pass scaduto, ad esempio un guarito da più di sei mesi che non ha fatto il richiamo o con doppia dose senza booster, potrebbe andare all’estero e muoversi liberamente nei Paesi (praticamente tutti) dove la certificazione vaccinale è valida più a lungo, da 9 a 12 mesi.