Lo smaltimento delle carcasse degli animali annegati nelle stalle, dopo la grande piena, è passato da 10 a 25 centesimi al chilo. La denuncia, riportata dal Corriere del Veneto, viene dagli allevatori padovani. Il presidente dell’Associazione veneta avicoltori, Renato Rossi, dice «di non riuscire a capire perché ci sia stata questa lievitazione dei prezzi». Ma che si tratti di una “speculazione” redditizia non c’è alcun dubbio. Solo nel Padovano, a Ospedaletto, Megliadino San Fidenzio e sopratutto Saletto sono andati perduti 150 mila tra tacchini e polli. Contando anche Vicenza e Verona si parla di circa 380 mila capi morti. Per un pollo, che mediamente pesa un chilo, gli allevatori ora pagano un quarto di euro (a fronte dei «vecchi» 10 centesimi).
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«Lo smaltimento degli animali annegati nelle stalle, dopo la grande piena è passato da 10 a 25 centesimi al chilo». La denuncia degli allevatori padovani: «Fatto incomprensibile»
Non pronuncia la parola, ma i fatti degli ultimi giorni parlano per lui. E i fatti dicono che lo smaltimento delle carcasse animali che, di norma, gli allevatori veneti pagano 10 centesimi a chilo, a valle dell’alluvione ha visto i prezzi più che raddoppiati. « A fine ciclo – spiega Renato Rossi – abbiamo sempre in cella frigorifera un certo numero di animali morti. Prima dell’esondazione si smaltivano a 10 centesimi, adesso ce ne vogliono 26 per chilo » . Il presidente padovano dell’Associazione veneta avicoltori dice « di non riuscire a capire perché ci sia stata questa lievitazione dei prezzi » . Magari è lo stesso motivo per cui, agli allevatori finiti sotto la melma, i soldi per le carcasse da portar via « sono stati chiesti immediatamente, prima dell’uscita dei camion dai capannoni » . La domanda è salita di botto e chi deve rimettere in piedi l’attività ha due possibilità. La prima: pagare sull’unghia. La seconda: pagare sull’unghia.
Coldiretti, già due giorni fa, aveva denunciato casi di sciacallaggio a ridosso dell’inondazione di Ognissanti. Nel Vicentino erano stati segnalati almeno due bazar su quattro ruote carichi di stivali, pale e attrezzi vari, venduti ( il tentativo c’è stato sicuramente) a prezzi più che raddoppiati. L’associazione aveva poi messo in guardia da possibili aumenti dei prezzi dei prodotti agricoli, ortaggi in particolare. « Siccome la piena ha sommerso principalmente terreni seminati a grano – è l’avviso – i danni alle altre produzioni non sono tali da diminuire l’offerta fino al punto da far salire i prezzi al mercato » .
Si parla quindi di speculazioni già tentate e di altre, per ora, solo temute. La questione che tocca gli allevatori appartiene al primo tipo. Del resto, i numeri che Rossi snocciola fanno ben capire che l’affare smaltimento può far gola. « Nel Padovano – a Ospedaletto, Megliadino San Fidenzio e sopratutto Saletto – sono andati perduti 150 mila tra tacchini e polli. Contando anche Vicenza e Verona si parla di circa 380 mila capi morti » . Per un pollo, che mediamente pesa un chilo, gli allevatori ora pagano un quarto di euro ( a fronte dei « vecchi » 10 cent). Ma un tacchino, di chili, arriva a pesarne anche 19, per una media vicina ai 16. « A Este – dice Rossi – un allevatore che ha avuto il capannone sommerso, ha perso 12 mila tacchini in un colpo solo » . Ecco, per smaltire le carcasse questa azienda pagherà o ha già pagato circa 48 mila euro. Coi prezzi ante-disastro il conto sarebbe stato di 12 mila. Gli allevamenti padovani, d’altra parte, hanno evitato guai ben più pesanti di quelli patiti. « Poteva andare peggio – conferma il presidente dell’Ava -. Per fortuna a Este e Ospedaletto avevamo un fermo programmato per motivi sanitari » . Il fermo è scaduto il 12 novembre, due giorni fa: se la piena avesse tardato di due settimane, invece di sommergere stalle vuote avrebbe travolto migliaia di capi in più.
Ma chi smaltisce le carcasse? Chi sono quelli che hanno raddoppiato i costi calcando la mano su chi, ora come mai, di una mano avrebbe invece bisogno? « A smaltire sono aziende che producono concimi per il terreno – spiega il referente degli avicoltori -. Trattando le carcasse si produce un concime a base di azoto, fosforo e potassio » .
In coda, per gli agricoltori alluvionati, arriva per lo meno una buona notizia: il pagamento delle polizze sottoscritte coi consorzi di difesa slitta di un anno. La decisione dei presidenti dei consorzi delle 7 province venete e delle 4 friulane colpite dal maltempo è maturata ieri: con voto unanime, i vertici hanno deciso di mettere mano al fondo mutualistico costituito di recente. « E’ un intervento urgente e necessario – dice il presidente di Condifesa Padova, Diego Salmaso – per dare un sostegno immediato e concreto alle aziende agricole padovane ( e non, ndr) pesantemente danneggiate dall’alluvion » .
E per le auto finite sotto il guano del Bacchiglione, segnaliamo volantini di un’azienda « specializzata nell’acquisto di mezzi alluvionati, fusi e incidentati » . Vicenza ne è tappezzata. La ditta offre il pagamento immediato e si accolla i costi delle pratiche di rottamazione e del ritiro. E’ proprio il caso, piuttosto di niente…