L’Oms lancia l’allarme: il virus Zika potrebbe diffondersi a tutto il continente americano tranne Canada e Cile. La malattia infettiva trasmessa dalle zanzare del genere “aedes”, e sospettata di essere responsabile di patologie fetali gravi, accelera la sua corsa. L’Organizzazione mondiale della sanità ieri emesso un allerta, spiegando tra l’altro che il virus si può trasmettere anche da persona a persona attraverso il sangue e lo sperma, seppure non di frequente.
Il Brasile al momento è il Paese più colpito, una cinquantina di città hanno già deciso di cancellare le celebrazioni del Carnevale e adesso si lavora a misure straordinarie in vista delle Olimpiadi della prossima estate a Rio de Janeiro, dove per il momento il Carnevale è confermato. Verranno fatti controlli e disinfestazioni continue in vista dei Giochi. Non è tanto la malattia in sé a preoccupare, perché si manifesta nella stragrande maggioranza dei casi in modo non grave. I problemi maggiori il virus li dà quando aggredisce le donne incinte.
Perché ci sarebbero evidenze, anche se per l’Oms al momento ancora «limitate», di una capacità di provocare microencefalia fetale. In questi mesi in Brasile c’è stata un’impennata di diagnosi di questa grave malformazione, sono state 3.893. Per precauzione il Cdc (Center for disease control) degli Usa e la stessa Oms sconsigliano il turismo nelle zone a rischio alle donne in gravidanza e invitano gli altri a prendere precauzioni contro le punture di zanzare. Buona parte dei 21 Paesi colpiti fino ad ora, inoltre, suggeriscono di non rimanere incinte fino a che l’emergenza non sarà superata.
Zika è stato molto rapido a diffondersi nelle Americhe, dove non fino a poco fa non era presente. Dal maggio del 2015, dove è stato isolato per la prima volta in Brasile, ha già allargato enormemente il suo raggio d’azione. La rapidità sarebbe dovuta proprio al fatto che le popolazioni di questa parte del mondo non erano immunizzate contro il virus perché non lo avevano mai incontrato. Inoltre le zanzare “aedes” sono presenti quasi in tutti i Paesi, tranne appunto Canada e Cile, e quindi possono fare da vettore, trasmettendo la malattia da chi è colpito alle persone sane. I medici non hanno armi per contrastare Zika, salvo antivirali non specifici e antipiretici, e non esiste nemmeno un vaccino.
Intanto alcuni scienziati Usa, come Heidi Brown dell’Università dell’Arizona, spiegano che la diffusione dell’epidemia potrebbe essere legata anche al cambiamento climatico. Con la temperatura del pianeta che aumenta, le zanzare tropicali si spostano in aree un tempo per loro troppo fredde. E Zika potrebbe seguirle.
QUANDO LA ZANZARA DIVENTA UN UNTORE
Silvia Bencivelli. Tutt’altro che innocue, le zanzare. Con una puntura possono trasmettere malattie anche molto gravi. E noi italiani, che solo dal 1970 siamo ufficialmente liberi dalla malaria e che per riuscirci abbiamo dovuto bonificare paludi e spargere insetticidi dalla Sicilia al Veneto, dovremmo ricordarcelo bene. Oggi a preoccupare sono soprattutto alcune malattie virali di origine tropicale, attentamente monitorate dalla sanità pubblica. Ogni anno, infatti, nel nostro paese si registrano alcuni casi di queste malattie, tipicamente in persone che tornano da vacanze in paesi africani o asiatici. Tramite la puntura di una zanzara, che succhia il virus col sangue, la malattia può passare ad altre persone e innescare focolai di epidemia. Nel caso di chikungunya, di dengue e di Zika virus, a fare da vettore è la zanzara tigre, che vola dalle nostre parti dal 1990, mentre la zanzara comune può portare il West Nile virus. In ogni caso, niente zanzara niente epidemia. Per questo i quattro casi di febbre da Zika virus segnalati in Italia sono rimasti isolati. Non è andata così con la chikungunya, che nel 2007 ha steso a letto 217 persone tra Ravenna e Cesena volando a bordo delle zanzare.
Repubblica – 26 gennaio 2016