Topo morto nei cubetti di spinaci surgelati francesi, filo metallico in yogurt tedesco, vite di 6 centimetri in confezione di riso indiano, tracce di insetti in pasta italiana, frammenti di plastica in confezione di fiocchi di mais provenienti dalla Germania, contaminazione da Listeria monocytogenes in salmone affumicato irlandese.
L’elenco comprende anche tre partite di mangimi per animali con diossine e PCB, uova di aragosta canadesi insudiciate e altri 64 prodotti ritirati dal mercato o bloccati alle frontiere europee, prima di arrivare nei punti vendita.
Questa lista è estrapolata dal rapporto settimanale (28 marzo-1 aprile 2011) che il Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) pubblica sulla base delle segnalazioni inviate dai vari Paesi a Bruxelles.
Non bisogna però allarmarsi, perché nel 2010 le notifiche diffuse dal Sistema di allerta rapido comunitario per alimenti e mangimi (RASFF) sono state 3.291 (2.873 relative all’alimentazione umana, 190 per problemi riscontrati nei mangimi per animali e 228 per la migrazione di materiali di confezionamento a contatto con alimenti).
Certo il topo nei surgelati è abbastanza raro, ma la presenza di corpi estranei nel cibo è invece un problema diffuso, come pure la diossina nei mangimi e nel cibo segnalata 150 volte negli ultimi 10 anni.
L’elenco dei casi riportati non vuole creare allarmismo o screditare il sistema alimentare europeo, ma fare capire che ogni giorno la macchina dei controlli trova delle irregolarità. In Italia siamo bravi a puntare il dito contro i prodotti contaminati che provengono dall’estero ( mozzarella blu, uova alla diossina, …..) ma si tratta di un comportamento miope, perché gli incidenti convolgono tutti i Paesi.
Certo trovare una vite da 6 centimetri, oppure frammenti di insetti o di plastica nel cibo confezionato non è gradevole, ma a volte si tratta di incidenti imprevedibili che possono capitare. Diverso è il caso dell’incidente prevedibile che invece deve essere eliminato. La legge impone alle aziende un sistema di controlli della filiera produttiva (HACCP) per prevenire proprio le criticità del sistema produttivo, come ad esempio il controllo continuo delle temperature di conservazione, la pulizia degli impianti, l’igiene del personale….. Quando le aziende alimentari non adottano questi criteri (come spesso capita) è giusto puntare il dito e accusare. Per quanto riguarda il topo o gli insetti bisogna, ad esempio, bisogna valutare caso per caso se si tratta di problemi risolvibili con una buona disinfestazione, oppure se si tratta di imprevedibile casualità.
L’unica consolazione per il consumatore è che dopo la segnalazione i lotti sospetti vengono sempre ritirati dal mercato. Attenzione però a non farsi ingannare dalle evidenze. Ogni settimana il sistema Rasff segnala il ritiro di decine di alimenti contaminati da sostanze chimiche oppure da Aflatossine, Salmonelle e Listeria, si tratta di composti e batteri che non si vedono nel piatto e non si avvertono in bocca, ma che risultano sicuramente più insidiosi
Ilfattoalimentare.it – 11 aprile 2011