Corriere del Veneto. Ci ha messo tanto coraggio e determinazione per riuscire a completare il ciclo vaccinale. Si è conclusa l’odissea di Stefano Vanini, 50 anni, l’uomo veronese che il 2 giugno ha avuto uno shock anafilattico 15 minuti dopo la somministrazione della prima dose di Pfizer-Biontech al centro vaccinazioni di Bussolengo e venne salvato dal professor Italo Vantini che gli iniettò una fiala di adrenalina. «Ho avuto fiducia nei medici e nella scienza, così ho deciso di fare la seconda dose», spiega Vanini, che dopo il grave evento avverso è ricorso al centro allergologico di Borgo Roma per indagarne le cause. «Era più grande la paura di prendermi il Covid – racconta – poiché con la prima dose, mi hanno detto, ero coperto solo per il 30%. Ho pensato: se arriva una nuova ondata non sono al sicuro, meglio la vaccinazione completa in ambiente protetto». Più che protetto: il 28 luglio, infatti, è stato portato in rianimazione dall’intero staff di allergologi che l’avevano preso in esame.
Attorno a lui la dottoressa Patrizia Bonadonna, il responsabile di allergologia Gianenrico Senna, anestesista e infermieri. Vanini attaccato al monitor, su cui scorrevano tutti i parametri vitali, per ricevere la seconda dose di Pfizer suddivisa in tre micro-dosi, iniettate ognuna a distanza di mezz’ora una dall’altra. «I parametri sono stati sempre normali – sottolinea Bonadonna – è andato tutto bene, anche se devo dire qualche timore l’avevamo anche noi, sebbene fossimo convinti del risultato. Da maggio ad oggi abbiamo fatto 1.500 vaccinazioni a soggetti a rischio, 150 a settimana, e non ci sono mai stati problemi». La somministrazione in micro-dosi è una tecnica adottata dal centro allergologico seguendo le indicazioni della comunità scientifica internazionale. «Facciamo riunioni settimanali con gruppi di specialisti italiani, europei e americani. Si sta eseguendo questa modalità di inoculazione in tre dosi suddivise, e non di più, perché non sappiamo se frazionando troppo si renda il vaccino inefficace» spiega Bonadonna. Gli specialisti raccontano di aver proceduto con la stessa modalità su una quindicina di persone, che però non hanno avuto reazioni gravi come Vanini, unico nel suo caso.
«Altri shock si sono verificati con due persone a Padova e con una signora a Feltre, quest’ultima risultata positiva ai test allergologici agli eccipienti e così non ha potuto fare la seconda dose, mentre gli altri due di Padova che hanno avuto test negativo, hanno potuto completare il ciclo» precisa la dottoressa. Già, perché anche Vanini ha avuto i test negativi. Dunque cosa è successo nel suo caso? «Non abbiamo capito con certezza, possiamo solo supporre. – spiegano Senna e Bonadonna – Studi americani dicono che può capitare, perché si attivano i mastociti contro le nano particelle del vaccino. Le reazioni allergiche importanti, però, le abbiamo registrate tutte con i vaccini Pfizer-Biontech e Moderna, mentre AstraZeneca ha dato reazioni cutanee tardive, ma non gravi». I medici, chiudono con un monito: «Sono eventi con incidenza bassissima, anzi ci si aspettava numeri più alti. Bisogna vaccinarsi, reazioni di anafilassi stimiamo avvengano in un caso su mezzo milione». «Sono stato molto rassicurato dai medici – conclude Vanini – Confesso che ad ogni micro-dose ho avuto molta paura, ma, poi, è andato tutto bene. Per il lieto fine, in rianimazione, abbiamo mangiato tutti assieme una ventina di panini con il salame nostrano che fa mio zio e che avevo portato per festeggiare l’evento».