Repubblica. Un «forte deterrente» lo definiscono a Palazzo Chigi. Per evitare che gli italiani, costretti alla seconda Pasqua in lockdown, decidano di andare a passare le vacanze all’estero nei Paesi che aprono già le porte ai turisti. L’ordinanza firmata ieri in tutta fretta dal ministro della Salute Roberto Speranza, concordata con il premier Draghi, cambia in corsa le regole e impone doppio tampone e mini quarantena a chi entra o ritorna in Italia. Da oggi e fino al 6 aprile, ma le nuove restrizioni andranno oltre e verranno recepite nel decreto con le nuove misure valide per tutto aprile che il Consiglio dei ministri dovrebbe varare oggi.
«La toppa è peggiore del buco. Noi non volevamo fare assolutamente la guerra agli italiani che andavano all’estero. Il nostro discorso è solo questo: se il tampone vale per andare all’estero, deve valere anche in Italia», è il duro commento del presidente di Federalberghi Bernabò Bocca che a Palazzo Chigi non si aspettavano visto che erano stati gli operatori del turismo a protestare per il paradosso di un’Italia in lockdown che consentiva ai suoi cittadini di andare in vacanza all’estero.
Ma la misura — spiegano fonti di governo — non è stata certo adottata per fermare in extremis quelle poche migliaia di italiani che hanno deciso di passare Pasqua alle Canarie o alle Baleari. A rendere urgenti le nuove restrizioni è la preoccupazione per l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità che certifica come la variante inglese, con una trasmissibilità superiore del 40 per cento, sia ormai assolutamente prevalente in Italia, riscontrata nell’86% dei nuovi contagi. Un allarme amplificato dall’altissimo numero di vittime di ieri ( ben 529), che al ministero della Salute ha fatto scattare la misura che — come stanno facendo altri Paesi europei — si propone di proteggere il Paese da un’ulteriore circolazione di varianti del virus.
Insomma — è il ragionamento del governo — se limitare al minimo gli spostamenti è ritenuta l’unica strategia efficace per far scendere la curva dei contagi e procedere in sicurezza con la campagna di vaccinazione, questo vale non solo per chi circola all’interno del Paese ma a maggior ragione per chi arriva dall’estero. Soprattutto se ritorna da un periodo di vacanze in località dove le restrizioni sono state allentate, bar e ristoranti sono aperti, le occasioni di incontri e assembramenti certamente maggiori.
E allora ecco l’ordinanza: per chi entra o ritorna in Italia da altri Paesi della Ue sarà necessario esibire un tampone molecolare o antigenico alla partenza, osservare cinque giorni di quarantena e poi ripetere il tampone. Unica deroga per chi arriva per motivi di lavoro, studio, salute o necessità e si trattienein Italia per non più di cinque giorni e per chi transita diretto in un altro Paese.
L’ordinanza non ha trovato l’accoglienza che forse il governo si aspettava. Perché se molti governatori hanno espresso il loro plauso, critiche niente affatto velate arrivano dagli operatori del comparto turismo che temono, in assenza di un timing di riaperture, di perdere terreno sui concorrenti stranieri e compromettere anche la stagione estiva. «È l’ennesimo sfregio inflitto al turismo organizzato — dicono le associazioni del turismo — È davvero difficile capire come una quarantena di cinque giorni e un ulteriore tampone possa essere una misura necessaria per persone che hanno già effettuato un tampone risultato negativo 48 ore prima del rientro nel nostro Paese ».