Il problema, con la sospensione, potrebbe diventare il pagamento delle forniture, come spiega il primo cittadino. Anche il presidente del Consiglio delle autonomie, Marino Simoni, avverte: “I comuni hanno già messo a bilancio gli importi, quindi se si decide di eliminare questa imposta, è necessario prevedere anche una misura di compensazione. Il rischio altrimenti è trovarsi costretti a sospendere i servizi essenziali”.
A livello provinciale il gettito per la prima casa lo scorso anno era stato intorno ai 25 milioni di euro, quindi l’acconto di giugno sarebbe stato intorno ai 13 milioni di euro. Senza contare che lo stop alle lettere per il pagamento a Trento è stato dato in extremis: se solo il premier Enrico Letta avesse tardato di un giorno il suo discorso d’insediamento, i bollettini sarebbero partiti, generando nei contribuenti una comprensibile confusione.
ItaliaOggi – 2 maggio 2013