I dati: l’Italia conta 20 mila morti sul lavoro negli ultimi 15 anni. Rispetto al 2021 quest’anno il trend è di un calo del 12,3%. Il Capo dello Stato interviene con un messaggio in occasione della 72° giornata nazionale delle vittime sul lavoro
I numeri sono tremendi. E già da soli raccontano tutto. Eccoli. Gli incidenti mortali sul lavoro in Italia, nei primi 8 mesi dell’anno, sono stati 677, con una media di quasi tre vittime al giorno. Rispetto al medesimo periodo del 2021, quando le vittime furono 772, si registra un sensibile calo del 12,3%. I dati dell’Inail sono stati diffusi dall’Anmil, a Fiume Veneto (Pordenone), in occasione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. In totale, gli infortuni denunciati nel periodo gennaio-agosto sono 484.561 (cioè 2.019 al giorno), con un aumento del 38,7% rispetto ai 349.449 dei primi otto mesi del 2021. Le malattie professionali sono state 39.367 (+7,9%).
E sui morti sul lavoro interviene questa mattina il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «I numeri delle vittime degli incidenti sul lavoro, nonostante i numerosi provvedimenti normativi con i quali si è cercato, nel tempo, di prevenirli, sono allarmanti, drammatici. Raccontano storie di vite spezzate, di famiglie distrutte, di persone gravemente ferite, di uomini e donne che invocano giustizia. Persone che si appellano alle istituzioni, ai datori di lavoro, alla coscienza di chiunque sia nelle condizioni di rendere i luoghi di lavoro posti sicuri, in cui sia rispettata la dignità della persona».
Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, in un messaggio inviato al Presidente dell’Anmil Onlus, Zoello Forni. Perché il mondo del lavoro è cambiato e continua ad evolvere e garantire la massima sicurezza è una priorità assoluta, sottolinea il Capo dello Stato. Che aggiunge: «Lo sviluppo di nuove tecnologie ha mutato radicalmente la natura e la stessa dimensione spazio-temporale dei luoghi di lavoro. Purtroppo, questa fase non è stata accompagnata da una crescita proporzionata delle iniziative verso la prevenzione. Lavorare non può significare porre a rischio la propria vita».
Così la Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro diventa «un’occasione preziosa per richiamare l’attenzione su un fenomeno inaccettabile in un Paese moderno che ha posto il lavoro a fondamento della vita democratica. L’affermazione dei diritti sui luoghi di lavoro, primo quello alla vita, oltre che essere un termometro della vita civile, è un generatore di valore per la società, per i lavoratori, per le imprese. Con questi sentimenti esprimo il mio apprezzamento all’Anmil per l’impegno con cui assiste e sostiene i lavoratori e i loro familiari, e formulo gli auguri per la piena riuscita delle manifestazioni in programma sul territorio nazionale», conclude Mattarella.
Il presidente nazionale Anmil, Zoello Forni si sofferma sul tema della sicurezza. «La sicurezza nei luoghi di lavoro non è stata una priorità per le forze politiche che si sono candidate a governare il nostro Paese: riferimenti alla sicurezza nei luoghi di lavoro scarsi e poco concreti, eccetto qualche raro proclama e nessuna strategia per dare una svolta a questo dramma ben noto. E questo nonostante il tempestivo appello che abbiamo indirizzato ai principali leader politici all’indomani della crisi di governo, con l’obiettivo di stimolare una riflessione e l’assunzione di un impegno per il futuro, anche mettendoci a disposizione per un confronto». Poi l’appello al nuovo Governo: «Oggi vogliamo rivolgerci al Parlamento che sta per insediarsi e al Governo che sta nascendo: la sicurezza dei nostri lavoratori deve tornare ad essere una priorità per il nostro Paese, dobbiamo fermare a tutti i costi la strage che si sta consumando sotto i nostri occhi. Questa nuova legislatura ci dà la possibilità di iniziare un nuovo capitolo, forse nel momento in cui ce n’è più bisogno, ma abbiamo il dovere di agire subito».