Quest’anno il peso del fisco sulle spalle degli italiani – persone fisiche – è destinato a crescere di quasi due punti percentuali passando dal 45,6 al 47,3 per cento. Nel 2000 la percentuale era al 45,9.
Lo rende noto l’Eurostat, secondo il quale resterà invece ferma al 31,4% la pressione sulle aziende. L’Italia mantiene il record per quanto riguarda la tassazione sul lavoro: nel 2010 la pressione fiscale è salita al 42,6% dal 42,3 del 2009. La pressione fiscale sulla casa ha fruttato allo Stato italiano 28,9 miliardi nel 2010, anno in cui era già stata abolita l’Ici sulla prima casa e non era ancora stata introdotta l’Imu.
La pressione fiscale passa dalle imprese alle persone
Il confronto con il 2000 mostra come la pressione fiscale si sia gradualmente spostata dalle imprese alle persone: 12 anni fa, infatti, la pressione sui redditi da impresa era al 41,3% mentre ora è dieci punti in meno; al contrario quella sulle persone è salita di 1,4 punti, dal 45,9 al 47,3 per cento.
Italia prima per tassazione del lavoro
L’Italia è in testa in Europa per la pressione fiscale sul lavoro: la conferma (l’ennesima) arriva da Eurostat. Nel 2010 il peso implicito – ovvero tasse più oneri sociali – dello Stato sul costo del lavoro è salito dal 42,3 del 2009 al 42,6%. Nei 17 Paesi dell’Eurona il tasso medio è stato del 34 per cento. Fra i Paesi in cui il lavoro è più tassato ci sono anche il Belgio al 42,5% (dal 41,9% del 2009), la Francia al 41% (dal 41,3%) e l’Austria al 40,5% (dal 40,3%). La media europea si attesta al 34% (dal 33,5%) per quel che riguarda l’eurozona e al 33,4 (dal 33,2%) per l’Unione europea. In Germania la tassazione sul lavoro si attesta al 37,4% (dal 37,8%) mentre nel Regno Unito è stabile al 25,7 per cento.
Il prelievo sulle case copre l’1,9% del Pil
Le tasse sugli immobili, rileva l’Eurostat, valgono l’1,9% del Pil (2,2% nel 2009), e si dividono tra transazioni che valgono 1,3 punti percentuali e quelle ricorrenti che valgono lo 0,6%. La tassazione sulla casa varia molto da Paese a Paese in Europa: si va dallo 0,4% del Pil in Repubblica Ceca, Estonia e Slovacchia al 4,2% del Regno Unito e al 3,4% della Francia, passando per il 2,1% della Spagna e lo 0,8% della Germania. In termini assoluti, i ricavi maggiori dalla pressione fiscale sugli immobili si registra in Gran Bretagna con 71,8 miliardi, seguita dalla Francia con 66,5 miliardi, l’Italia con 28,9 miliardi e la Germania con 21 miliardi.
ilsole24ore.com – 21 maggio 2012