In Brasile da inizio anno 500 mila contagi e 300 morti Colpita anche l’Argentina. E scatta l’allerta in Europa. Una primavera calda e umida potrebbe favorire l’epidemia nel nostro Paese
Percussioni, canti e balli. Ma anche spray antizanzara. Quest’anno il carnevale in Brasile si arricchisce di un nuovo gadget, distribuito ai partecipanti per arginare una febbre diversa da quella del samba: la Dengue.
Il virus tropicale trasmesso dalle zanzare ha causato in Brasile 500mila contagi da inizio anno: 4 volte il normale. Gli oltre 300 decessi hanno portato alla dichiarazione di emergenza sanitaria in 4 stati e a Rio, dove auto speciali spargono spray antizanzara per le strade.
Il riscaldamento globale e il fenomeno climatico periodico del Niño hanno reso l’estate dell’emisfero sud più calda e piovosa, regalando condizioni ideali alle zanzare. I contagi si stanno alzando anche in Argentina, con 40mila casi e 29 morti. E poiché la febbre tropicale potrebbe arrivare in Italia, il Ministero della Salute ieri ha diramato una circolare di allerta. In porti e aeroporti ci saranno controlli su velivoli, navi e merci. Se necessario saranno disposte disinfestazioni. «È possibile che i mezzi di trasporto diano un passaggio alle zanzare infette», conferma Fabrizio Montarsi, entomologo dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie. «Le nostre temperature al momento non gli permetterebbero di sopravvivere». Ma il discorso cambierà con la primavera.«Se avremo caldo e umido, l’epidemia sudamericana potrebbe avere ripercussioni anche da noi».
Non sarebbe, per l’Italia, il primo assaggio di una malattia tropicale per via del nuovo clima. «In passato – spiega Montarsi – il picco delle zanzare tigre andava da luglio a settembre. Ora le troviamo da maggio a novembre. Più insetti vuol dire più probabilità di trasmissione di virus». L’Italia nel 2023 ha registrato 347 contagi di Dengue, la maggior parte importati (persone punte all’estero che hanno mostrato i sintomi in Italia). In 82 casi però erano state le zanzare locali a far girare il virus. «Abbiamo avuto due focolai a Lodi e a Roma trasmessi dalla zanzara tigre », spiega Montarsi. «In Brasile la circolazione è portata avanti anche dalla specie Aedes aegypti, assente da noi». E veicolo della febbre gialla.
Da noi è invece endemica – cioè di casa – un’altra malattia tropicale: il West Nile Virus, trasmesso dalla zanzara comune. «Circola dal 2008, soprattutto in Pianura Padana», spiega Montarsi. L’anno scorso sono stati scoperti 321 casi, con ben 21 morti.
La Dengue, o febbre spaccaossa, alla prima infezione ha una mortalità dell’1%, ma diventa più pericolosa al secondo contagio (con un ceppo diverso dal primo). Il suo arrivo in Italia con un passeggero infetto oggi è una possibilità concreta. Nella settimana successiva al contagio la persona infetta alberga il virus nel sangue. Se una zanzara la punge in questo lasso di tempo, si contagia a sua volta e ritrasmette il virus. I cordoni sanitari in stile Covid non servirebbero: «Per la Dengue non abbiamo un test rapido» spiega Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali e dell’ateneo di Tor Vergata a Roma. «Per la diagnosi serve un esame del sangue, procedura più lunga». A chi programma un viaggio in Sudamerica è consigliato il vaccino. Ne esistono due, non facili da trovare nelle nostre Asl. Il Brasile ha iniziato una campagna gratuita distribuendo 6,5 milioni di dosi.
Per il direttore dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus la Dengue è un problema globale alimentato dal nuovo clima: «Causa 500 milioni di casi nel mondo e 5mila morti». I numeri sono cresciuti di 30 volte in 50 anni. All’orizzonte non si può escludere il ritorno della malaria alle nostre latitudini. L’anno scorso la sorpresa è toccata agli Stati Uniti, con 9 casi non importati, i primi dopo 20 anni. «La zanzara che trasmette la malaria, la anofele, è presente anche da noi», avverte Montarsi. «Ma i suoi numeri in Italia per ora sono molto limitati».
Elena Duse – Repubblica