«Serve un numero sufficiente di dosi per garantire i richiami del vaccino», è il grido d’allarme delle Regioni. In tutta Italia l’allerta riguarda la programmazione delle vaccinazioni da ripetere dopo 21 giorni. Da nord a sud prevale l’incertezza sulle riserve.
Situazione disastrosa
«La situazione delle forniture è disastrosa, oggi chiamerò nuovamente il commissario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri per sapere quando arriveranno le fiale promesse- afferma alla Stampa.it l’assessore alla Sanità delle Marche, Filippo Saltamartini-. Abbiamo allestito nei palasport una rete di centri per effettuare tamponi e vaccinazioni di massa, ma non abbiamo le dosi necessarie». Inoltre, aggiunge Saltamartini, «il commissario si era impegnato ad assumere medici e infermieri per la campagna di immunizzazione e invece ora dobbiamo trovarli noi sul mercato. E’ la stessa mancanza di programmazione che c’è stata per le visite domiciliari. Così chi si ammala chiama il 118 e finisce a intasare gli ospedali per la carenza di risorse della medicina di territorio».
Usca
Sostiene Saltamartini: «Per il Covid non esistono cure specifiche e chi ha problemi respiratori non viene visitato in casa dai medici di famiglia. Così a domicilio vanno sole le unità speciali di continuità assistenziale (Usca), formate da giovani medici che spesso non hanno l’esperienza necessaria a riconoscere i sintomi e ricoverano i pazienti. Pur con tutte queste carenze di personale, ci siamo organizzati con le risorse che abbiamo per allestire con la protezione civile i centri screening e vaccinali nei palasport e abbiamo predisposto una app. Se ci mandano i vaccini in sei mesi vacciniamo tutta la popolazione a cominciare dai soggetti più fragili, dai malati di Sla, dalle case di riposo. Invece aspettiamo le dosi e non ci dicono quando arriveranno. E’ un silenzio che impedisce la programmazione delle due dosi e la comunicazione ai cittadini. Se non abbiamo le date certe delle forniture, siamo ostacolati nell’organizzarci. Noi siamo pronti ma ancora non sappiamo quanti vaccini ci mandano, con che cadenza avverranno le consegne in base al volume della produzioni e ai numeri della popolazione. Abbiamo chiesto subito 40 mila dosi per il personale sanitario e le Rsa e sono state ridotte del 10%». E aggiunge: «Programmiamo la vaccinazione degli ultra 80enni e abbiamo firmato ieri l’accordo con i medici di famiglia per vaccinare gli ospiti e il personale delle residenze sanitarie assistenziali. Solo i medici di famiglia possono consentire di raggiungere chi non può spostarsi da casa e per reclutarli sono necessari incentivi economici. Abbiamo strutture vaccinali allestite nei palazzetti dello sport di Pesaro, Osimo Urbino. Chiediamo certezza per la prima dose e per il richiamo da effettuare obbligatoriamente entre 21 giorni».
Scorte
Evidenzia alla Stampa.it Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio: «Abbiamo adeguato il piano vaccinale alla situazione dei ritardi nelle forniture di vaccino. Teniamo sempre una quota residuale di fiale per garantire al 21° giorno i richiami. Ogni settimana somministriamo due terzi delle dosi che riceviamo e un terzo lo tratteniamo. Non si può fare la prima dose e non essere sicuri di poter garantire la seconda nei tempi stabiliti. Perciò nel momento in cui il cittadini prenota il vaccino, gli viene data anche la data per il richiamo. Noi la second dose la teniamo in riserva. La consegna delle fiale è prevista per il 4, 11, 18 e 25 gennaio. Abbiamo predisposto con i nostri ingegneri un algoritmo per assicurare le riserve premunendoci in caso di ritardi nelle forniture. E’ una misura prudenziale. il contatto con la struttura commissariale per il Covid è costante».
Allerta ritardi
Stesso allarme in Basilicata. Abbiamo allestito una piattaforma informatica per mettere tutti i nominati di chi per ragioni anagrafiche e di salute deve essere vaccinato prima degli altri- evidenzia alla Stampa.it il governatore lucano, Vito Bardi-. Ho la necessità di avere quanto prima la sicurezza sui quantitativi di vaccini dei quali potremo disporre in Basilicata da qui in avanti. E’ un’informazione indispensabile per procedere con le vaccinazioni. La tempistica è l’aspetto che mi preoccupa maggiormente». Prosegue il presidente della Regione Basilicata: «Il richiamo del vaccino va effettuato a scadenza prefissata e servono dati certi sulle scorte per pianificare l’intera campagna. Se non ho la certezza che le fiale arrivino in tempo per la seconda dose, non posso procedere celermente come richiede la grave situazione della pandemia. Dobbiamo obbligatoriamente disporre di una dotazione di riserva per garantire nei tempi stabiliti il richiamo a chi vacciniamo».
La Stampa