Oggi 25 gennaio, uscita autostrada, in prossimita’ dello svincolo un camion refrigerato austriaco apre lo sportello e svela un carico di carne bovina a qualche curioso o interessato. No, non siamo al Brennero e non si tratta di controlli autorizzati: ci troviamo in una piazzola lungo una strada trafficata dove chiunque poteva notare questa insolita situazione che potrebbe aver determinato, è legittimo il dubbio, una non corretta applicazione delle regole della sicurezza e igiene alimentare, in questo caso della carne.
Non e’ la prima volta che Coldiretti denuncia l’arrivo dall’estero del 40% della carne bovina consumata in Italia e il 35% di quella di maiale mentre le importazioni sono marginali per la carne di pollo/tacchino. Gli arrivi da Paesi comunitari e extracomunitari di carne a basso prezzo senza il valore aggiunto di sicurezza e sostenibilità garantiti dall’Italianità provoca la chiusura delle stalle, impoverisce le attività di trasformazione e distribuzione ad esse legate e fa venir meno il presidio ambientale e di legalità di interi territori, mettendo a rischio 180 mila posti di lavoro in tutta la filiera delle carni che genera in Italia un valore economico dell’ordine di 30 miliardi di euro con una ripartizione praticamente equivalente tra carne bovina, di maiale e di pollo/tacchino.
Le carni nazionali sono – sottolinea la Coldiretti – più sane, perché magre, non trattate con ormoni (a differenza di quelle americane) e ottenute nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione “Dop” che assicurano il benessere e la qualità dell’alimentazione degli animali. Non a caso – precisa la Coldiretti – l’Italia vanta il primato a livello europeo per numero di prodotti a base di carne “Dop”, ben 40 specialità di salumi che hanno ottenuto la denominazione d’origine o l’indicazione geografica.
fonte Coldiretti – 25 gennaio 2017