Nelle ultime settimane, si sono registrati numerosi episodi di violenze ai danni degli operatori sanitari. Il Dg ha chiesto un vertice con la prefettura. E Zingaretti annuncia: la Regione intende costituirsi parte civile e offrire assistenza legale ai dipendenti dell’Ares 118
A Roma sono settimane sempre più difficili per medici, infermieri e portantini del 118. Dopo le aggressioni dello scorso 12 giugno, avvenute nel quartiere di San Basilio in occasione dell’omicidio in via Tranfo, la spirale di violenza non si arrestata. E lo scenario dei nuovi episodi è stato nuovamente il popolare quartiere della capitale. La situazione ha ormai oltrepassato i livelli di guardia e così il direttore dell’Ares 118, Antonio De Santis, ha inviato una relazione alla Prefettura e ha chiesto un incontro con Giuseppe Pecoraro.
Lo scorso 18 giugno, a seguito di un incidente stradale, i paramedici intervennero in via San Benedetto del Tronto. Risultato: minacce, insulti e lancio di sassi. Poche ore dopo il personale sanitario, chiamato per soccorrere un sessantenne colpito da infarto in via Cassiani, vengono strattonati e spintonati, con gli aggressori che arrivano persino a salire sull’ambulanza.
Il rischio adesso è che il quadro peggiori ulteriormente, in quanto si è innescata una vera e propria spirale di tensione. Sul caso è intervenuto anche il governatore laziale. Nicola Zingaretti. “Non possiamo passare quello che è accaduto sotto silenzio, la gente di San Basilio non può diventare ostaggio di pochi facinorosi, chiederò l’intervento del prefetto”. Nel frattempo la Regione “intende costituirsi parte civile e offrire assistenza legale ai dipendenti dell’Ares 118 per contribuire a fare chiarezza in tempi brevi su tali gesti inqualificabili e per individuare al più presto i responsabili”.
Grossa preoccupazione si registra anche sul fronte sindacale. “Purtroppo ogni parola, anche di solidarietà e di circostanza, non è più sufficiente – ragiona Natale Di Cola, segretario generale Fp Cgil di Roma e Lazio – Abbiamo scritto una lettera all’Azienda e a tutte le Istituzioni nazionali e locali richiedendo un intervento urgente per favorire azioni utili e non più rinviabili per contrastare tanta vile violenza”. “Adesso servono atti concreti, non possiamo più lasciare da soli lavoratrici ed i lavoratori che ogni giorno scendono in strada per garantire i servizi pubblici, per difendere un bene comune quale il diritto alla salute”.
Sull’argomento è intervenuto anche Gennaro Rocco, presidente del Collegio Ispavi di Roma, che chiede “agli organi polizia e alla magistratura di fare piena luce sulle aggressioni avvenute in questi giorni e alla Prefettura di fare il possibile per scongiurare altri drammatici attacchi”. Alla Regione invece chiede di “collaborare fattivamente per interrompere questa inqualificabile spirale di violenza, offrendo la tutela legale ai colleghi aggrediti”.
21 giugno 2013