Il Corriere della Sera. Claudia Voltattorni. Oltre 125 miliardi di euro andranno alla sanità. Quasi 4 in più rispetto ad un anno fa. Il Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) presieduto dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e dal sottosegretario per il Coordinamento della Politica economica della presidenza del Consiglio Alessandro Morelli, ha approvato ieri una serie di misure riguardanti le infrastrutture, la ricostruzione post sisma e la sanità appunto. Dopo l’intesa in conferenza Stato-Regioni, il Fondo sanitario nazionale del 2022 destinato alle Regioni sarà più ricco e servirà per ospedali, medici di base, nuove assunzioni, indennità accessorie per il personale di Pronto soccorso, ridurre le liste d’attesa, l’acquisto di farmaci innovativi.
Il ministro della Salute Orazio Schillaci parla di «un importante obiettivo raggiunto in tempi rapidi che dà nuove prospettive a chi lavora nel Ssn e soprattutto a chi lavora in ambiti più complessi come la medicina dei Pronto soccorso». Schillaci promette anche che «per il Sud c’è la volontà di combattere il fenomeno dei medici gettonisti che porta sconquasso nel sistema nazionale e fa sì che chi lavora stabilmente nel Ssn si senta trascurato». E ribadisce: «Le liste d’attesa sono una nostra priorità, bisogna razionalizzare». Dal 2023 i fondi saranno assegnati in base ai bisogni dei territori, spiega Schillaci: «Con le Regioni sono stati condivisi anche i nuovi criteri: si tiene conto finalmente dei nuovi standard che sarebbero dovuti partire nel 2015; dal 2023 la quota in funzione dei tassi di mortalità della popolazione over 75 sarà pari allo 0,75% del totale delle risorse e la quota da ripartire in funzione delle condizioni socio-economiche dei territori sarà pari allo 0,75%». Il Cipess ha inoltre sbloccato 3 progetti definitivi di infrastrutture. Si tratta di una tratta della Pedemontana piemontese (384,45 milioni), della realizzazione del sistema filoviario di Verona (92,38 milioni) e della stazione ferroviaria di Bari centrale nell’ambito del progetto «Grandi Stazioni» (6,4 milioni). Ma Ubaldo Pagano del Pd ricorda come siano ancora fermi altri 21 miliardi di euro del «Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027 di cui grossa parte è destinato al Mezzogiorno: risorse fondamentali per lo sviluppo dei territori ma ferme al palo per un ritardo sulla ripartizione».