Diciamo che nessuno, all’atto pratico, si aspettava che accadesse il contrario, però il «no» è ufficiale e va registrato. La Camera ha bocciato l’emendamento leghista che, su richiesta del governatore Luca Zaia, introduceva nel disegno di riforma costituzionale lo statuto speciale anche per la Regione Veneto. Gli unici a votare a favore sono stati gli stessi leghisti, mentre tutti gli altri partiti si sono espressi per il no.
«E’ bene che i veneti lo sappiano – tuona Federico Caner, capogruppo della Lega in consiglio regionale – , questa vicenda è emblematica di quante bugie si possono raccontare in campagna elettorale. Da Bressa a Ladylike Moretti fino al segretario regionale De Menech, tanti nel Pd si sono riempiti la bocca con le promesse di statuto speciale, salvo poi bocciarle a Roma». Rincara il parlamentare leghista Emanuele Prataviera: «Con un blitz notturno i deputati veneti hanno tradito il nostro popolo e tutti i sindaci, che si erano chiaramente espressi per l’autonomia, con tanto di formale richiesta dell’Anci Veneto. Anche Forza Italia, non soltanto il Pd, in Veneto dice un cosa e poi a Roma fa l’esatto opposto».
I leghisti, comprensibilmente, fanno la loro battaglia di bandiera, ma era del tutto realistico attendersi che la richiesta di fare del Veneto la sesta regione a statuto speciale sarebbe finita sepolta sotto una valanga di no (345 contrari e 86 favorevoli è l’esito della votazione). Respinto, con numeri ancora più pesanti, anche l’analogo emendamento a firma della pasionaria autonomista del Pd veneto, Simonetta Rubinato. Che si è presa questa stilettata da Alessandro Naccarato, come lei deputato del Pd: «Le ragioni portate a sostegno della specialità del Veneto erano del tutto strumentali e sono state utilizzate dalla Lega in modo demagogico. Ciò che stupisce è come anche alcuni esponenti del Pd abbiano sostenuto la specialità per ragioni di sudditanza nei confronti del pensiero dominante leghista e di una furbesca ricerca di consenso». E forse la Rubinato non era l’unica destinataria degli strali di Naccarato.
Sul fronte democratico, il segretario De Menech prova a spostare il tiro sul terreno dell’autonomia: «Grazie a un nostro specifico emendamento alla riforma costituzionale, la nuova formulazione degli articoli 116 e 117 apre spazi inediti di autonomia negoziabile per le Regioni. Mi auguro che il Veneto, dopo vent’anni di scontri inconcludenti con lo Stato, sappia finalmente cogliere questa opportunità».
Il Corriere del Veneto – 29 gennaio 2015