Davide Colombo Marco Rogari. Meno burocrazia, con dirigenti licenziabili e vincolati a incarichi quadriennali prorogabili di due anni per una sola volta. Più efficienza nel pubblico impiego con azioni disciplinari non più “congelabili” senza l’esclusione del licenziamento e con una stretta sulle assenze per malattia con l’attribuzione di poteri controllo all’Inps.
Possibilità di “staffetta generazionale” ma solo in versione ultra-soft. Carta della cittadinanza digitale con la nascita di un nuovo dirigente hi-tech, riorganizzazione della macchina statale con il taglio di Prefetture e la fusione del Corpo forestale dello Stato in una sola altra forza di Polizia. Potatura delle partecipate e della Camere di commercio. Più poteri al premier sulle Agenzie fiscale e sulle nomine dei manager. Nuove regole sui servizi pubblici locali e delega per riforma gli enti di ricerca. Sono queste le tessere chiave del mosaico della delega Pa così come ridisegnato, al termine di un ampio restyling, dal Senato. Che mercoledì, dopo quasi otto mesi di lenta navigazione, ha dato il suo disco verde al testo.
Non senza un ulteriore attimo di suspance: il raggiungimento per un solo voto del numero legale in Aula dopo che l’opposizione aveva deciso di disertare la votazione tentando uno sgambetto alla maggioranza. I si sono stati 144 con un astenuto. Il Ddl, che prevede anche una fase transitoria triennale prima della soppressione della figura dei segretari comunali, un documento unico per la proprietà e la circolazione dei veicoli e la ghigliottina sui decreti attuativi (non legislativi) considerati superflui, passa ora alla Camera dove sarà nuovamente modificato.
Con conseguente ulteriore passaggio al Senato per il sì definitivo e per dare ufficialmente il via alla fase attuativa con il varo dei decreti legislativi. La conferma arriva dal ministro della Pa, Marianna Madia: «Vado alla Camera con l’intento di migliorare ancora» una riforma «importante che riguarda 60 milioni di cittadini». Il ministro assicura: «Vogliamo valorizzare e non svilire la figura del Prefetto, visto anche il loro ruolo nella gestione dell’Immigrazione». E annuncia ritocchi alla Camera confermati dal ministro Angelino Alfano. Il relatore al Senato, Giorgio Pagliari (Pd) si dichiara soddisfatto per il lavoro fatto che rafforza la riforma anche in chiave trasparenza.
Per Confìndustria «l’approvazione in prima lettura al Senato del Ddl di riforma della pubblica amministrazione rappresenta un passo importante per realizzare m Italia un sistema amministrativo efficiente e moderno». Confindustria sottolinea che il provvedimento «delinea infatti un programma organico di interventi», affrontando alcuni«temi cruciali»:dalla conferenza dei servizi alla dirigenza pubblica e alle partecipate. «Si tratta di aspetti strettamente connessi all’esercizio dell’attività d’impresa, fattori di contesto indispensabili per il rilancio della crescita e l’attrazione di investimenti esteri – sostiene Confìndustria che auspica che – la Camera approvi il Ddl in tempi rapidi e che il Governo porti a termine con altrettanta celerità il percorso dei decreti attuativi dando seguito al proposito dichiarato anche nel recente Def di chiudere il percorso della riforma entro la fine del 2015».
Positivo il giudizio del presidente della Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone: «La riforma della Pa è certamente fondamentale». Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin definisce «una vera e propria rivoluzione per la sanità italiana» le norme che vincolano al superamento di un concorso nazionale la nomina dei direttori generali delle Asl e prevedono la loro decadenza in caso di malagestione. Ma Cgil, Cisl e Uil annunciano battaglia: «ridicolo chiamarla riforma, staffetta truffa e dirigenti ricattabili». Quanto ai nuovi ritocchi alla Camera, la partita potrebbe riaprirsi anche su Camere di commercio, segretari comunali. Corpo forestale, partecipate e dirigenza.
Il Sole 24 Ore – 1 maggio 2015