Oltre una struttura su 3 (il 35%) ispezionate dal Comando Carabinieri per la tutela della salute (Nas), dal 2021 a tutto il 2023, ha evidenziato “una irregolarità” nel campo della sicurezza alimentare. I dati sono stati illustrati ieri dal ministro della Salute Orazio Schillaci, nell’audizione alla Camera davanti la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari.
“Quale sintesi delle attività svolte nell’intero comparto della sicurezza alimentare da parte dei Nas, dal 2021 a tutto il 2023, possono essere riepilogati i seguenti risultati”, ha elencato il ministro: “81.672 strutture ispezionate, di cui 29.055 hanno evidenziato irregolarità; 36 persone oggetto di misure cautelari restrittive e 2.364 deferite alle competenti autorità giudiziarie; 25.554 soggetti sanzionati e segnalati alle autorità amministrative; 3.532 violazioni penali; 43.566 violazioni amministrative per un ammontare di oltre 38 milioni di euro; 2.066 strutture oggetto di chiusura o sospensione dell’attività, tra punti cottura, depositi di alimenti, esercizi commerciali di somministrazione di alimenti e bevande (valore stimato in circa 936 milioni di euro), per carenze igienico sanitarie e strutturali e sprovviste di autorizzazione sanitaria; sequestro di circa 23mila tonnellate di derrate alimentari (prodotti ittici, carni, formaggi, frutta, verdura, olio, pane) prive di tracciabilità, in assenza di corretta gestione igienico-sanitaria, scadute di validità o con etichettatura irregolare”.
“Nel settore degli integratori alimentari, si è riscontato l’uso, come nuovo alimento, di estratti vegetali di Cannabis sativa L., titolati in cannabidiolo (Cbd), non autorizzati all’impiego ai sensi del regolamento sui ‘novel food’. In materia di etichettatura per alimenti particolari, integratori e novel food – spiega il ministro – le attività di controllo ufficiale sono volte alla verifica della conformità alla normativa vigente dei prodotti notificati, in termini di criteri di composizione, apporti di ingredienti con proprietà nutritive o fisiologiche, di informazioni nutrizionali e sulla salute. Nel 2022 sono state ricevute 16.837 nuove notifiche e si è registrato un numero di non conformità rilevate pari al 14% del totale delle notifiche pervenute”.
La maggior parte delle non conformità, ha proseguito Schillaci, “è dovuta a etichettatura non conforme; sono state inoltre rilevate non conformità in termini di composizione, sia per livelli non ammessi di vitamine e minerali o altre sostanze sia per la presenza di nuovi alimenti. Nell’ambito delle attività di verifica dei prodotti notificati, sono stati segnalati in circa 50 prodotti contenenti sospetti novel food non autorizzati”. Nel 2022, illustra ancora Schillaci, “è stato intensificato il controllo online sui canali di vendita e si è assistito a una situazione in cui a fronte di etichette notificate e conformi, nella commercializzazione online si registra un abuso di immagini o affermazioni che attribuiscono” agli integratori “proprietà di prevenzione e cura, che sono vietate (decreto legislativo n.169 del 2004). Il ministero della Salute si è attivato per intervenire su oltre 11 siti di vendita online che riportavano affermazioni in contrasto con la normativa vigente”.
Ancora, in materia di contaminanti, il ministero della Salute “predispone un piano nazionale di durata pluriennale per coordinare le verifiche concernenti i contaminanti agricoli e le tossine vegetali negli alimenti. Nel 2022 sono stati effettuati in totale 13.430 campioni. Le non conformità riscontrate hanno riguardato in totale 38 campioni. Di rilievo permane la criticità relativa alla positività per mercurio nel settore ittico (specie predatrici), interessato anche da possibili contaminazioni da cadmio (molluschi cefalopodi), come confermato dalle allerte. La contaminazione da cadmio e piombo ha interessato anche il settore dei prodotti vegetali. L’acrilamide si conferma una criticità in alcuni prodotti trasformati (patatine), mentre per gli idrocarburi policiclici aromatici è stata rilevata una sola non conformità in un prodotto a base di carne. Per quanto riguarda le aflatossine, i dati indicano la filiera lattiero-casearia come quella maggiormente esposta per la contaminazione da aflatossina M1. Per le micotossine, con particolare riferimento alle aflatossine, i dati – ha precisato – confermano il rilievo nella frutta secca. I dati sui nitrati, come contaminanti, presentano un livello di non conformità molto basso, possibile indice di un adeguato livello di applicazione delle Buone prassi agricole. Le non conformità riguardanti l’idrossimetilfurfurale (Hmf) nel miele risultano pari al 3%, parametro non a valenza sanitaria ma di interesse sotto il profilo dello stato di conservazione del miele. Infine, in relazione ai contaminanti organici persistenti normati (diossine e Pcb), i controlli analitici effettuati hanno evidenziato una sola non conformità relativa ai Pcb non diossina-simili in un campione di mitili, a parte quanto riferibile ad aree già note per fenomeni di contaminazione ambientale, soggette a specifiche attività di monitoraggio”, ha concluso Schillaci.