Agevolare la redistribuzione di cibo buono, ma destinato allo smaltimento, semplificando ad esempio le norme per la distribuzione alimentare ma garantendo, a tutti i livelli della catena, la sicurezza dei consumatori.
E’ l’obiettivo del ministro della Salute Beatrice Lorenzin che, ieri al Question time, ha annunciato la proposta di norme per la redistribuzione solidale degli alimenti, da inserire all’interno della Legge di stabilità 2014. “La redistribuzione di alimenti per le persone indigenti rappresenta una priorità nell’azione di Governo”, ha detto il ministro.
“La rilevanza del tema della ridistribuzione degli alimenti – ha aggiunto il ministro – rende non più differibile un intervento di natura normativa, di cui mi farò promotrice nel Ddl stabilità, che vada nella direzione di agevolare ulteriormente la redistribuzione dei prodotti alimentari per solidarietà sociale, salvaguardando nel contempo le misure di sicurezza alimentare. In particolare, intendo promuovere disposizioni che, in modo uniforme sul territorio nazionale, siano finalizzate a promuovere e agevolare il recupero tempestivo della distribuzione di alimenti che, sebbene ancora idonei al consumo, vengono destinati allo smaltimento, attraverso misure di semplificazione e agevolazione a favore degli operatori della catena della distribuzione alimentare”.
I beneficiari, ha precisato il ministro, “devono essere le Onlus, che già effettuano distribuzione benefica dei prodotti raccolti nella grande distribuzione o strutture pubbliche o private che somministrano pasti o singole aziende. Le norme per la sicurezza saranno garantite in tutte le fasi, attraverso il coinvolgimento degli operatori competenti del servizio sanitario nazionale”.
CALABRÒ, COSTA, FUCCI, MARTI, ROCCELLA e DORINA BIANCHI. — Al Ministro della salute. —
Per sapere – premesso che:
il 16 ottobre 2013 si è celebrata la Giornata mondiale dell’alimentazione e nella prestigiosa sede della Fao in Roma si è tenuto un convegno in cui sono stati affrontati i temi della disponibilità delle risorse alimentari tanto nei Paesi in via di sviluppo, quanto in quelli economicamente più avvantaggiati;
in Italia, come nella maggior parte dei Paesi a più alto reddito pro capite, gli sprechi di alimenti sono aumentati e parimenti è aumentato anche il numero delle persone indigenti che non hanno le risorse economiche per poter accedere in maniera continuativa ed adeguata a cibo sufficiente;
gli sprechi avvengono sia a livello familiare, come dimostra il fatto che ogni famiglia italiana spreca, in media, 49 chili di cibo ogni anno, sia a livello di ristorazione pubblica e privata;
durante tutta la filiera agroalimentare numerose sono le perdite dovute a vari fattori, ma è sopratutto durante la fase della commercializzazione che una notevole quantità di prodotti invenduti, ancora idonei per il consumo umano, vengono destinati alla distruzione, provocando non solo lo spreco di alimenti, che potrebbero sostenere le necessità di persone indigenti, ma anche l’aggravamento delle problematiche relative al loro smaltimento;
recenti ricerche dimostrano che nelle strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate si realizza un enorme spreco di cibi e di pasti, pari a circa il 30 per cento, il che incide negativamente sia sulla qualità dei servizi di ristorazione che sui costi;
nonostante l’approvazione della legge 25 giugno 2003, n.155, che reca «Disciplina della distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale», non sembra che sia stato pienamente raggiunto lo scopo prefissato di permettere un efficace recupero di alimenti da operatori del settore alimentare e dalle strutture pubbliche e private in cui avviene la produzione, commercializzazione e distribuzione di alimenti, ai fini della distribuzione alle persone indigenti o alle associazioni che, senza fini di lucro, hanno finalità caritatevoli –:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per consentire, eventualmente tramite una modifica della sopra citata legge n.155 del 2003, da un lato, un’effettiva semplificazione delle procedure di cessione di alimenti da parte degli operatori del settore alimentare, in particolare nell’ambito della ristorazione svolta nelle strutture sanitarie pubbliche e private, e, dall’altro, la garanzia della sicurezza degli alimenti per i consumatori finali, approntando idonee misure relative allo stoccaggio temporaneo degli alimenti stessi e affidando alle competenti strutture del servizio sanitario nazionale le opportune verifiche affinché non sia messa in alcun modo a rischio la salute degli indigenti, consentendo loro di usufruire di un bene che, altrimenti, sarebbe destinato alla distruzione. (3-00406)
Risposta
BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, la redistribuzione di alimenti alle persone indigenti rappresenta una priorità dell’azione di Governo e, in particolare, mia. Si condividono pertanto le preoccupazioni degli onorevoli interroganti.
Nello specifico, il Ministero della salute si è da tempo attivato per promuovere iniziative volte ad agevolare una distribuzione più ampia possibile del cibo, anche attraverso la riduzione degli sprechi alimentari. In particolare, nel 2010 sono state adottate le Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica, mediante apposita intesa Stato-regioni, per educare gli studenti a una corretta azione di contrasto agli sprechi alimentari. È stato a tal fine predisposto, in intesa con il MIUR, un questionario per realizzare un’indagine conoscitiva destinata agli istituti scolastici, al fine di monitorare il riscontro dell’efficienza delle Linee di indirizzo di cui sopra. È mia intenzione attivare quanto prima una analoga iniziativa anche nell’ambito della ristorazione ospedaliera, dove il fenomeno è particolarmente rilevante e rende non più differibile l’attivazione di un apposito monitoraggio.
Colgo l’occasione per comunicare che il Ministero della salute, già prima della pausa estiva, ha proposto al Mipaaf, per i profili di competenza, la costituzione di un tavolo tecnico, nella convinzione che sia necessario non solo definire misure a sostegno delle attività delle organizzazioni caritatevoli, ma anche individuare ulteriori modalità per ridurre il fenomeno dello spreco di cibo, conciliando le misure di semplificazione delle attività per la redistribuzione del cibo agli indigenti con il rispetto delle misure di salvaguardia a tutela dei destinatari finali.
Sono fermamente convinta che la rilevanza del tema della redistribuzione di cibo alle persone indigenti renda non più differibile un intervento di natura normativa, di cui mi farò promotrice già nel disegno di legge di stabilità del 2014, che vada nella direzione di agevolare ulteriormente la redistribuzione dei prodotti alimentari, ai fini di solidarietà sociale, salvaguardando nel contempo le misure di sicurezza alimentare. In particolare intendo promuovere disposizioni che, in modo uniforme sul territorio nazionale, siano finalizzate a promuovere ed agevolare efficacemente il recupero tempestivo e la redistribuzione di alimenti, di quelli che, sebbene ancora idonei al consumo, sarebbero destinati alla distruzione ed allo smaltimento, attraverso misure di semplificazione e agevolazioni a favore dei soggetti che operano nella catena della distribuzione alimentare.
Ritengo che destinatari delle anticipate disposizioni debbano essere le Onlus che ai fini di beneficenza già effettuano una distribuzione gratuita di prodotti alimentari raccolti presso la catena della grande distribuzione o presso strutture pubbliche o private che somministrano pasti ed i singoli operatori del settore alimentare che direttamente redistribuiscono cibo alle persone in stato di bisogno.
Concludo ribadendo che l’iniziativa normativa sarà ovviamente caratterizzata da ogni necessaria misura di garanzia a tutela dei consumatori finali e, circa la sicurezza degli alimenti, in tutte le fasi che vanno dalla raccolta allo stoccaggio, al trasporto ed alla distribuzione, attraverso il coinvolgimento dei competenti servizi del Servizio Sanitario Nazionale.
(Adnkronos Salute) -31 ottobre 2013