L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie ha realizzato il sito web «Alimenti & Gravidanza» – www.alimentigravidanza.it, un portale in cui è possibile approfondire la conoscenza dei principali patogeni che mettono a rischio la futura mamma e il suo bambino, e che raccoglie tutte le indicazioni da seguire per evitarli durante l’alimentazione in gravidanza.
Mangiare alimenti sicuri è importante per la salute di tutti, ma lo è ancora di più per alcune categorie di persone maggiormente sensibili. Una di queste categorie è rappresentata dalle donne in gravidanza. Infatti dopo il concepimento nel corpo della donna iniziano dei cambiamenti che la possono rendere più vulnerabile, esponendola maggiormente alla possibilità di contrarre malattie a trasmissione alimentare.
In questi casi non è a rischio soltanto la salute della madre, ma anche quella del bambino: alcune di queste malattie possono comportare severe conseguenze anche per il feto compromettendone il normale sviluppo.
I rischi microbiologici
I rischi più probabili legati all’alimentazione per la salute della madre e del feto sono rischi biologici, ovvero derivanti da batteri, parassiti e virus che possonoa contaminare gli alimenti.
I patogeni più pericolosi per il feto sono in particolare Toxoplasma, Listeria, Salmonella, Campylobacter, Escherichia coli, virus dell’Epatite A e norovirus.
Nella maggior parte dei casi le conseguenze più gravi derivanti dalla presenza di questi patogeni sono date generalmente da parto prematuro, morte fetale e aborto.
Alcuni patogeni, invece, si caratterizzano per la comparsa di specifiche conseguenze: è il caso di Toxoplasma gondii, che può causare malformazioni o gravi lesioni cerebrali del feto.
Cosa fare per ridurre questi rischi?
Le donne in gravidanza possono ridurre i rischi biologici dell’alimentazione adottando alcuni semplici accorgimenti. Devono infatti:
- evitare il consumo di alimenti crudi o poco cotti, in particolare di alcune tipologie (frutta e verdura, carne e insaccati, pesce e frutti di mare, formaggi molli derivanti da latte crudo);
- prestare attenzione alle modalità di preparazione, conservazione e consumo degli alimenti, adottando buone pratiche igienico-sanitarie.
Fonte IzsVe – 4 dicembre 2017