di Sergio Bocconi. «Con il colosso della distribuzione Walmart abbiamo firmato l’accordo più importante negli Stati Uniti. Coerente, tengo a sottolinearlo, con altre 10 promozioni del made in Italy a tavola realizzate dal 2015 con altri sette fra i principali retailer americani». Michele Scannavini, presidente dell’agenzia Ice, ha appena sottoscritto a Milano, nell’ambito della fiera TuttoFood, il contratto annuale rinnovabile con il superbig Walmart, il più grande rivenditore al dettaglio del mondo con 3.600 punti vendita, e annuncia: «Non vogliamo fermarci qui. Le nostre priorità sono consolidarci negli Usa, dove siamo i primi esportatori di vino e prodotti alimentari, e “aggredire” il mercato-Cina». Target non secondaria poi dell’intesa è la guerra al fenomeno dell’Italian sounding, cioè all’imitazione che sottrae ancora decine di miliardi al nostro export.
L’intesa con Walmart (che ha ricevuto un “applauso” con nota ad hoc dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda) porterà a un incremento del 16% degli acquisti dei prodotti alimentari italiani da parte della catena di distribuzione americana: ciò significa un impegno da 30 milioni, che si aggiunge a quelli già validi per 45 milioni con le altre catene. E si sta parlando solo di vino e food. Perché accanto al Piano speciale agroalimentare il governo ha lanciato sempre negli Stati Uniti attraverso l’Ice un progetto analogo relativo a moda e gioielleria: i risultati complessivi sono al momento 39 accordi con department store per acquisti aggiuntivi pari a 150 milioni. «Il nostro investimento è stato di 10 milioni: il moltiplicatore con le catene distributive è pari a 15 volte».
Uno degli aspetti clou dell’intesa con il superbig americano è lo sviluppo di una linea di «eccellenza» di prodotti italiani con marchio Walmart che si chiamerà «Sam’s choice Italia», selezione del made in Italy operata «metaforicamente» dallo Zio Sam, personificazione degli Stati Uniti. «È la prima “private label” del gruppo Usa dedicata a un Paese», precisa Scannavini, e consente l’accesso ai consumatori americani dei prodotti di aziende eccellenti del made in Italy che non sono note e non hanno i mezzi per farsi conoscere autonomamente». Ed è questo uno degli obiettivi prioritari dei «Piani speciali»: sono rivolti alle piccole-medie imprese. Gli accordi di collaborazione firmati (Walmart, Heb, Mariano’s, Wakefern, Price Chopper, Schnuck, Meijer) hanno consentito l’ingresso sul mercato Usa di 368 nuovi fornitori e 1.200 nuovi prodotti.
Il prossimo passo di Scannavini sarà rafforzare l’intesa con Walmart estendendola a web ed e-commerce. L’Ice sta poi anche lanciando un “Progetto vino” negli Usa, con un investimento in tre anni di 20 milioni: «Con una quota del 32,4% del vino importato negli Usa siamo i primi fornitori esteri. Però i nostri prodotti costano in media la metà di quelli francesi. Va realizzato un ulteriore salto di qualità». E poi c’è l’obiettivo Cina. Dove Parigi domina. «Dobbiamo farci spazio. Abbiamo i numeri per farlo».
Il Corriere della Sera – 9 maggio 2017