Alessandra Poggiani sarà il direttore generale dell’agenzia digitale. Lo ha annunciato il presidente del consiglio Matteo Renzi durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. Romana e vicina agli ambienti PD, è stata nominata dal Governo come anticipato ieri da sito internet del Sole24Ore. «Il consigliere all’innovazione sarà Paolo Barberis, poi ci saranno una serie di persone che lavoreranno con noi come Stefano Quintarelli che sarà presidente del comitato di indirizzo», ha aggiunto Renzi.
A capo di Venis Spa e organizzatrice dell’evento Digital Venice (7-12 luglio) a cui ha partecipato anche il premier Matteo Renzi, ieri aveva lasciato Venezia ed era arrivata a Roma, per la nomina, conferita in queste ore da Marianna Madia, ministro alla Pubblica Amministrazione e responsabile dell’Agenda digitale.
La nomina conferma la volontà di Renzi di accelerare sull’attuazione dell’Agenda digitale, la cui importanza è fondamentale per trasformare l’Italia, come ha affermato lui stesso durante l’evento veneziano.
L’Agenzia è infatti l’organo esecutore tecnico dell’Agenda. Formalmente, «coordina le azioni in materia di innovazione per promuovere le tecnologie ICT a supporto della pubblica amministrazione, garantendo la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana in coerenza con l’Agenda digitale europea».
L’ente è stato istituito con decreto legge n. 83, convertito nella legge n. 134/2012. “Eredita le competenze del Dipartimento per la Digitalizzazione e l’Innovazione della Presidenza del Consiglio, dell’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, di DigitPA e dell’Istituto superiore delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione per le competenze sulla sicurezza delle reti”.
Anche se ha due anni di vita, l’Agenzia però non ha mai però potuto funzionare al pieno delle funzioni: il suo Statuto è arrivato solo nel 2014; mancano tuttora alcune sue componenti (tra tutti, il Comitato d’indirizzo). L’attuale direttore, Agostino Ragosa, è dimissionario da giugno, in un processo di rinnovo delle cariche dirigenziali voluto dal nuovo Governo.
Madia ha accelerato il processo di selezione del nuovo direttore (che di norma avrebbe preso tre mesi), indicando così che il Governo intende mettersi alle spalle i passati indugi sull’attuazione delle riforme digitali.
Poggiani, nata a Roma nel 1971, era stata nominata solo a gennaio a capo di Venis, azienda di servizi ICT e l’operatore locale di comunicazioni elettroniche del Comune di Venezia (si occupa del Sistema Informativo e della Rete di Telecomunicazioni della città).
Si è laureata a Londra nel 1995 in Honours Commucations and Cultural Studies (Diploma di Laurea equivalente Scienze della Informazione o Comunicazione vecchio ordinamento) e ha insegnato come esperta di economia digitale alla Luiss, all’Università Roma Tre, all’Imperial College London, all’Università La Sapienza e a Tor Vergata.
E’ stata direttore generale di Lait spa, società di informatica della regione Lazio dal 2004 al 2009 proprio durante il Laziogate (accesso abusivo all’anagrafe del Comune di Roma da parte di Laziomatica; i vertici della Regione sono stati prosciolti da ogni accusa).
E’ stata Senior Advisor della società di Public Affairs e Rapporti Istituzionali di Reti Spa, società vicina a Massimo D’Alema (PD), responsabile della Comunicazione Digitale di Enel Spa; Information Manager per l’Unità Operativa della Partnership Euro-Mediterranea della Commissione Europea, Direttore Comunicazione, Relazioni Istituzionali e Relazioni Esterne del Programma Mediterraneo del Wwf Internazionale.
Nei giorni scorsi Renzi aveva ricordato che le priorità dell’Agenda per questo Governo sono far funzionare al meglio le riforme già avviate (ha citato la Giustizia digitale) e spingere su un sistema di identità più funzionale, come voluto da una normativa (di cui tra i padri c’è lo stesso Quintarelli) ora in via di attuazione: un pin unico per tutti i cittadini, come una password per l’accesso diretto a servizi pubblici e privati via internet.
Priorità anche la cybersecurity con una strategia nazionale ed europea (attraverso il primo Cert italiano, ora in via di completamento, il Computer emergency response team). E’ probabile anche che Renzi voglia aumentare gli investimenti infrastrutturali. Si può leggere così l’annuncio, sempre a Digital Venice, di proporre al Consiglio UE di escludere gli investimenti in infrastrutture digitali dal Patto di Stabilità.
Altre priorità sono menzionate dal ministro dello Sviluppo Federica Guidi: «Ci concentreremo sulla trasformazione delle Città e delle Comunità Intelligenti in Laboratori per la crescita dell’Economia Digitale e poi sulla diffusione delle tecnologie e della cultura digitale all’interno di tutti i settori imprenditoriali, attraverso misure che innalzino il livello di utilizzo delle tecnologie nei processi produttivi ed organizzativi e producano un balzo verso un modello industriale 4.0», ha detto ieri. «E poi sul sostegno alla generazione e alla crescita dimensionale di startup innovative ad alto valore tecnologico in ambito digitale, attraverso condizioni sempre più favorevoli in ambito fiscale, burocratico e finanziario. Da ultimo, sull’educazione per favorire la diffusione delle competenze digitali e promuovere la cultura tecnico scientifica».
La visione è disegnata, gli organi per attuarla anche. Presto sarà tempo di verificare queste intenzioni nei fatti.
Il Sole 24 Ore – 11 luglio 2014