È un percorso a tappe che arriverà sino alla fine dell’anno quello che porterà a rinnovare il Parlamento e la Commissione europea, dopo le elezioni dell’8 e 9 giugno.
Già da oggi infatti prende avvio il lavoro per la formazione dei gruppi politici del nuovo Parlamento: gli eurodeputati eletti avviano i negoziati per la loro costituzione, che andranno avanti fino alla prima sessione plenaria del nuovo Parlamento, prevista fra il 16 e il 19 luglio.
Intanto, dopo una prima riunione informale il 17 giugno, i capi di Stato e di Governo si incontreranno il 27 e 28 giugno per il Consiglio europeo, per discutere l’esito del voto e le nomine ai vertici delle istituzioni Ue. Da questo primo Consiglio, potrebbe già uscire il nome del candidato alla carica di Presidente della Commissione Ue, che dovrà essere poi eletto dal Parlamento, con ogni probabilità subito dopo la pausa estiva.
Il primo appuntamento dei nuovi eurodeputati sarà dunque la costituzione dei gruppi politici: ogni gruppo deve essere composto da almeno 23 eletti in almeno un quarto degli Stati membri (sette). Nella prima plenaria, dal 16 luglio, si costituirà il Parlamento e, prima ancora (il 15 luglio), i gruppi politici dovranno comunicare alla presidenza il proprio nome, indicando la composizione del gruppo.
La plenaria avrà al centro l’elezione del Presidente (eletto per due anni e mezzo), di 14 vicepresidenti e cinque questori. Poi, come avviene per i parlamenti nazionali, sarà decisa la composizione delle commissioni permanenti e delle sottocommissioni che si riuniranno per eleggere presidenti e vicepresidenti.
Aspetti cruciali per il funzionamento della nuova legislatura (la decima), ma l’appuntamento più atteso è quello della nomina del Presidente della Commissione europea. Il Parlamento, in base al sistema dei candidati capolista (Spitzenkandidaten) con il quale è richiesto ai partiti politici europei di nominare i propri candidati alla presidenza, ha già un quadro, ma la nomina è fortemente legata ai nuovi schieramenti successivi al voto.
Cinque candidati hanno presentato, nel dibattito organizzato il 23 maggio al Parlamento Ue, i propri orientamenti su economia e lavoro, difesa e sicurezza, clima e ambiente, democrazia, migrazione e frontiere, innovazione e tecnologia. L’elezione presumibilmente avverrà nel corso della plenaria di settembre, dopo la pausa estiva.
Questa la procedura: il candidato, che dovrà essere proposto dal Consiglio europeo (quindi dai Governi), tenendo conto dei risultati delle elezioni europee, dovrà presentare il programma politico per la legislatura. Dopo la discussione, il Parlamento procede alla votazione a scrutinio segreto: è richiesta la maggioranza assoluta di 361 eurodeputati su 720. Se il quorum non è raggiunto nella prima seduta, il Presidente del Parlamento chiede al Consiglio europeo di proporre entro un mese un altro candidato.
Dopo il vaglio parlamentare, torna in campo il Consiglio europeo per la nomina della nuova leadership, che resterà in carica per un quinquennio a partire dal 1° dicembre 2024. Poi tocca ai commissari, che saranno designati dal Consiglio europeo. In ogni caso, il Parlamento dovrà esaminare i singoli commissari con audizioni pubbliche, verificando anche l’eventuale sussistenza di conflitti di interesse e valutando la dichiarazione di interessi finanziari. Poi la votazione in plenaria per l’intera commissione e per l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, nominato dal Consiglio con l’accordo della Commissione, ma soggetto al voto di approvazione del Parlamento.
Al Parlamento Ue, in base all’articolo 228 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, spetta anche la nomina del nuovo mediatore europeo che ha il compito di ricevere le denunce dei cittadini e promuovere la buona amministrazione dell’Unione europea.
Ma il Parlamento non ha solo la funzione di nominare le figure strategiche dell’Unione perché, grazie alla procedura legislativa ordinaria, è co-legislatore insieme al Consiglio. Un ruolo cruciale che è stato centrale nella conclusione di importanti dossier nella precedente legislatura.
Per i testi non ancora approvati in via definitiva, spetta alla Conferenza dei presidenti, ossia al Presidente dell’Europarlamento e ai leader dei gruppi politici, decidere, in base al regolamento del Parlamento, se proseguire le votazioni sui fascicoli non ancora chiusi. In ogni caso, i fascicoli già approvati prima del termine della vecchia legislatura, saranno esaminati dai nuovi deputati.