Ha raccolto in provincia di Padova 5,458 preferenze, di cui 3574 in città. Avrebbe potuto legittimamente aspirare a un posto di assessore nella nuova giunta regionale. Ma per Fabrizio Boron quel posto non è arrivato. Vittima, con tutta probabilità, dei meccanismi tortuosi della legge elettorale che hanno determinato l’esclusione di Giuseppe Pan dall’aula di Palazzo Ferro Fini e quindi il conseguente “ripescaggio” in giunta.
Una scelta che gli è stata chiesta direttamente dal governatore Luca Zaia, che ieri ha annunciato per Boron la presidenza di una commissione di peso. E per commissione di peso altro non si può intendere che la quinta, quella dedicata alle politiche socio-sanitarie, finora presieduta da Leonardo Padrin. È l’organo del consiglio che sovraintende la sanità e ha la possibilità di decidere investimenti e condizionare fortemente il lavoro dell’assessore delegato. Nel caso di una nomina quindi Boron si troverà a collaborare con il veronese Luca Coletto, ma sarebbe la più grande garanzia per la giunta Bitonci di un’attenzione a Padova e in particolare al progetto del nuovo ospedale. Boron, 44 anni, è stato sostenuto dal sindaco per tutta la campagna elettorale dopo essere stato in questo primo anno di amministrazione l’assessore al Verde e all’edilizia. È un imprenditore che attraverso le sue aziende (Ambiente veneto srl e Ecosoluzioni sri) si occupa di smaltimento e riciclo dei rifiuti, con un impianto di recupero a Piazzola sul Brenta. (e. mal.)
Il Mattino di Padova – 30 giugno 2015