TREVISO Un concordato al 36%. È quanto propone lo Stato ai creditori di Buonitalia, la società di sviluppo e promozione dell’agroalimentare italiano liquidata dopo un buco di 21 milioni, in gran parte accumulati sotto la gestione del ministro Zaia fra 2008 e 2010.
Lo Stato potrebbe coprire insomma poco più di 7 milioni. Fra i creditori del carrozzone Veronafiere (3,7 milioni), Grana Padano 2,8, altri 2,8, Consorzio Parmigiano Reggiano, Unioncamere lombarda, Biennale di Venezia, Università di Verona, Promoveneto, Veneto Banca, Federrugby e Federciclismo. Anche il cda avanza 1,7 milioni, 1 il collegio sindacale. Da notare che Buonitalia è lambita anche dall’inchiesa della Procura di Roma, che ha visto arresti eccellenti e dirigenti del ministero indagati . Quanto a Buonitalia, Zaia aveva nominato ad il trevigiano Walter Brunello, poi consulente dell’ente Fiera di Verona, (sì, il creditore) incarico ora terminato. Aveva fatto scandalo anche la rivista ministeriale Welfare, che prima delle regionali 2010 arrivò a casa dei veneti con pioggia di foto del candidato Zaia. Galan, subentrato a Zaia nel 2010, chiamò al suo posto Rodrigo Cipriani Foresio, ex ad delle società berlusconiane, con un programma di rigore: ma cadde il governo e il successore tecnico Romano decise di chiudere l’ex carrozzone delle «spese allegre». Intanto i 19 fra funzionari e dipendenti, nel frattempo, sono stati riassorbiti dall’Ice. Manovra costata ai contribuenti 1 miliardo e 200 milioni, all’interno della spending review. Domanda logica; dov’è il risparmio? La legge prevede che lo Stato non possa lasciare a terra dipendenti che potrebbero rispondere con contenziosi giudiziari dalle incerte conseguenze sul piano finanziario.
La Tribuna di Treviso – 8 marzo 2013