Un danno alla filiera della lavorazione della carne suina e al territorio di oltre 50 milioni di euro, con oltre mille posti di lavoro a rischio.
Sono gli effetti del blocco imposto dall’Unione Europea delle esportazioni delle carni suine sane prodotte in Sardegna. Per questo, per chiedere allo Stato “un’azione seria di lotta alle pesti suine”, la Coldiretti Sardegna ha manifestato questa mattina a Sassari davanti alla Camera di Commercio in via Roma. Il direttore regionale Luca Saba e allevatori del territorio hanno distribuito ai passanti volantini in cui sono stati spiegati i motivi della manifestazione e offerto salumi rigorosamente sardi. “Nonostante oltre l’85% dei salumi prodotti in Sardegna sia destinato al mercato regionale – ha spiegato Saba – più del 90% delle carni utilizzate è di origine nazionale ed estera. Siamo qui davanti alla Camera di Commercio non per protestare contro i commercianti, ma al contrario per chiedere il loro aiuto e sensibilizzarli in questa che è una lotta di tutta l’isola”. “Caro consumatore – ha scritto Coldiretti nel volantino distribuito ai passanti – sai che per l’Unione Europea la carne suina spagnola è ‘migliorè di quella sarda sana? Con questa politica l’Ue sta piano piano uccidendo la nostra agricoltura e i nostri territori”. “Non possiamo accettare – ha concluso Saba – di esser invasi da suini e da carni di importazione, mentre la nostra produzione regionale sana e certificata non può essere esportata. Non possiamo subire in maniera silente il blocco delle esportazioni della carni suine sane prodotte in Sardegna. Chiediamo l’avvio immediato di percorsi di valorizzazione delle produzioni sarde e lo sblocco delle esportazioni e il ripristino del corridoio sanitario per le carni sane dotate di tutte le certificazioni”.
La Nuova Sardegna – 15 maggio 2012