Nelle trattative informali a margine della due giorni del Consiglio dei capi di Stato e di governo, che si conclude oggi a Bruxelles, è emerso un contrasto netto sul metodo di assegnazione dell’Agenzia del farmaco, Ema, e dell’Autorità bancaria, Eba, che devono lasciare la sedi a Londra per l’uscita del Regno Unito dall’Ue.
Olanda, Italia, Austria e Danimarca, che hanno candidato Amsterdam, Milano, Vienna e Copenaghen per l’Ema, chiedono di far prevalere i requisiti tecnici, organizzativi e logistici raccolti in uno specifico dossier dalla Commissione europea. Vari Paesi membri dell’Est, invece, sostengono il principio della scelta «politica», orientata a un riequilibrio nell’assegnazione di organismi distaccati dell’Ue.
In questo caso ne beneficerebbe la Slovacchia, che non ospita alcuna agenzia Ue (come Romania e Bulgaria) e ha candidato per l’Ema la sua Bratislava, pur lontana dagli standard richiesti (non dispone nemmeno di un aeroporto adeguato e propone di utilizzare quello della vicina Vienna). In futuro il principio aiuterebbe altri Stati dell’Est.
La cancelliera tedesca Angela Merkel, che in genere è fondamentale nelle decisioni Ue, è arrivata per la prima volta al summit indebolita dal risultato delle ultime elezioni nazionali e dalla difficoltà di organizzare una coalizione di governo.
In più non vuole provocare opposizioni al suo obiettivo di ottenere l’Autorità bancaria a Francoforte. Merkel avrebbe poi concordato riservatamente con il presidente francese Emmanuel Macron di appoggiare la candidatura alla guida dell’Eurogruppo del ministro delle Finanze di Parigi Bruno Le Maire, in cambio del sostegno della Francia alla nomina del suo fidato presidente della Bundesbank Jens Weidmann al vertice della Bce nel 2019 (quando scadrà Mario Draghi). Starebbe così provando ad appoggiare discretamente il suo alleato e premier olandese, Mark Rutte, sull’Ema ad Amsterdam. Al tempo stesso avrebbe manifestato apprezzamento per le candidature dell’Austria e della Slovacchia.
Il premier Paolo Gentiloni ha dichiarato il suo impegno al summit Ue per Milano. «Siamo qui anche per promuovere, nelle varie occasioni che avremo, la candidatura di Milano come sede dell’Agenzia europea del farmaco — ha detto Gentiloni a Bruxelles —. Siamo convinti che sia una bella competizione fra città, tutte valide. Ma siamo orgogliosi del fatto che Milano è certamente una delle città che ha più capacità per fare funzionare l’agenzia fin dal primo giorno dal suo trasferimento da Londra».
Milano sconta la scarsa offerta di opportunità di lavoro per i familiari dei dipendenti dell’Agenzia del farmaco, che costituisce uno dei requisiti richiesti. Barcellona, inizialmente in prima fila con Amsterdam tra le 19 città candidate per l’Ema, appare tagliata fuori dallo scontro con il governo di Madrid.
Oggi il premier estone Juri Ratas, presidente di turno del Consiglio europeo, deve informare i colleghi sulle caratteristiche delle città candidate. Rutte punterebbe a far escludere la «scelta politica» facendo definire il gruppo ristretto delle favorite e a far escludere quelle con minori requisiti tecnici.
Ivo Caizzi – Il Corriere della Sera – 20 ottobre 2017