Niente notaio per le Srl dei giovani. In Senato approvati 54 articoli, il totale sale a 77. Forfait dopo 6 mesi di tirocinio. Lunedì l’esame dell’Ici sulla Chiesa, i Salesiani: “Una tassa nè giusta nè iniqua”.
Sono 54 gli articoli al decreto legge liberalizzazioni, votati questa mattina in commissione Industria del Senato. Il totale degli articoli approvati sale quindi a 77, mentre ne rimangono una ventina da esaminare entro martedì prossimo, tra cui anche l’Ici per la Chiesa
Ecco cosa cambia
Preventivi
Marcia indietro del governo sull’obbligo dei professionisti di fare il preventivo «in forma scritta» al cliente se questi lo avesse richiesto. Lo prevede un emendamento dello stesso esecutivo al decreto liberalizzazioni presentato oggi in commissione Industria del Senato. Nella versione originaria del decreto si leggeva che la «misura del compenso» doveva essere «previamente resa nota al cliente anche in forma scritta se da questi richiesta». Nel testo dell’emendamento depositato invece si legge che il compenso è «previamente» reso al cliente «con un preventivo di massima».
Imprese giovani
Nessun obbligo di redigere un contratto presso il notaio, per i giovani che aprono una srl. La società a resposabilità limitata, si legge nella proposta di modifica, «può essere costituita con un contratto o atto unilaterale da persone fisiche che non abbiano compiuto 35 anni di età alla data della costituzione. L’atto costitutivo deve essere redatto con atto pubblico in conformità al modello standard che sarà messo a punto dal Mef e dal ministero della Giustizia».
I tirocini
Ai tirocinanti delle professioni regolamentate viene riconosciuto un «rimborso spese» forfettario e «concordato» dopo i primi sei mesi di tirocinio che saranno invece gratuiti. La durata del tirocinio, come prevede il testo del provvedimento, «non potrà essere superiore a 18 mesi».
Tribunali delle imprese
I tribunali delle imprese avranno complessivamente 20 sedi: le 12 sezioni specializzate già esistenti che si occupano di diritto industriale più sette sedi di nuova istituzione (nei capoluoghi di Calabria, Basilicata, Molise, Abruzzo, Marche, Umbria, Sardegna) più una sezione specializzata in materia d’impresa presso il tribunale e la corte d’appello di Brescia.
Ici alla Chiesa
Con l’emendamento al decreto liberalizzazioni che riforma il trattamento fiscale degli immobili della Chiesa il Governo ha avvicinato la soluzione del problema. Incombe una procedura d’infrazione dell’Unione europea che potrebbe costar cara, in termini di tasse arretrate, anche alle strutture ecclesiastiche, e finora i vescovi non hanno commentato la mossa fatta ieri da Mario Monti. Ma il mondo cattolico è in fermento, perché se è scontato un sacrificio economico di alcune attività in campo sanitario o alberghiero, sul ruolo ‘sociale’ e no profit di altre attività si gioca un partita non solo economica, ma di influenza della Chiesa sulla società italiana. Non a caso, è proprio su asili e scuole cattoliche che oggi si è alzato un fuoco di sbarramento che chiama in causa direttamente il Governo.
Lastampa.it – 25 febbraio 2012