Dopo l’operazione della Guardia di finanza in migliaia di centri di assistenza agricola sono 50 mila le aziende agricole, vere o presunte, che hanno visto il blocco del loro fascicolo aziendale, con conseguente congelamento dei contributi della Pac per un importo complessivo di 200 milioni di euro. In molti casi si tratta di piccole irregolarità amministrative. Nel frattempo Agea e le sue consorelle non trovano pace. Nuovi cambi al vertice del Sin a soli 15 giorni dalle nomine. Un vaso di Pandora di nome Agea. Appena la Guardia di Finanza lo ha scoperchiato sono cominciati i guai per il settore agricolo e l’instabilità continua ancora oggi. Dopo il primo commissariamento nel giugno 2011 con un generale delle Fiamme Gialle, Mario Iannelli, in carica per un anno, ci fu la nomina di Guido Tamperi come direttore unico
Tamperi si dimise dopo poche settimane, lasciando il posto all’attuale commissario straordinario Giovanni Mainolfi, anche lui di provenienza della Guardia di Finanza.
Non va meglio per le collegate di Agea. Dopo lo scandalo sulle presunte frodi al Sin, solo 15 giorni fa si era arrivati a una stabilizzazione dei vertici ma dopo sole due settimane cambia tutto, di nuovo. Francesco Martinelli diventa presidente Consiglio amministrazione Sin, Simona Angelini capo della segreteria di Blasi, funzionario Mipaaf, amministratore delegato, e Sofia Francesco, dirigente Agea, consigliere.Fosse solo una questione di giri di poltrone l’agricoltura italiana potrebbe sopravvivere lo stesso, il problema è che da due anni non si fermano le ispezioni e le inchieste, con pesanti conseguenze anche per le aziende agricole. Nell’ottobre 2013 una grande operazione delle Fiamme Gialle nei centri di assistenza agricola (Caa) di tutta Italia ha portato al sequestro di migliaia di fascicoli aziendali.
A distanza di mesi ne sappiamo il numero. Sarebbero 50 mila. Varie le ipotesi di irregolarità riscontrate, ma le due più ricorrenti sono: 8000 aziende avrebbero dichiarato contratti di affitto o comodato d’uso con persone decedute; 7000 casi si riferiscono a aziende che avrebbero denunciato terreni in realtà di proprietà di enti pubblici.Non tutte queste contestazioni si tradurranno poi in reati e reale ritiro dei contributi Pac oggi congelati.
In molti casi le irregolarità riscontrate sarebbero solo di natura amministrativa, quando vi sono. Contratti di affitto o di comodato d’uso non regolarizzati da parte degli eredi, mancata voltura catastale di particelle ancora in carico a parenti defunti sono casi piuttosto frequenti registrati dai Caa in tutta Italia. Anche, magari, a causa di successioni andate per le lunghe per i litigi sull’eredità. Una certa leggerezza che non riguarda solo i privati ma anche le pubbliche amministrazioni che, per esempio, non avrebbero proceduto al frazionamento e alla voltura dopo espropri per uso pubblico di porzioni di terreni agricoli.
Certo, ci sono anche casi di conclamate violazioni. E’ il caso di cinquecento soggetti che hanno inserito nella domanda della Pac terreni confiscati alla criminalità organizzata e alcune decine di loro sarebbero in carcere proprio per delitti di mafia. Resterà dunque da capire cosa resterà dopo questa maxi operazione, a parte il mal di testa per quelle aziende che hanno aperto contenzioso, dovendo portare relazioni, documenti e incartamenti, solo per spiegare di essere in regola e così vedersi sbloccato fascicolo aziendale e contributi Pac. Al momento risultano congelati circa 200 milioni di euro di aiuti.
Agenparl – 3 febbraio 2014