«Dopo la fine della riforma della Pubblica amministrazione è difficile che siano ancora cinque le forze di polizia ». Lo ha detto ieri mattina il premier, Matteo Renzi, alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno accademico 2015 della Scuola Superiore di Polizia. Toccherà al Corpo Forestale dello Stato, che oggi dipende dal ministero dell’Agricoltura, perdere lo status di forza dell’ordine, e di passare sotto il Viminale, accorpato alla Polizia di Stato. Dopo l’annuncio di Renzi, è arrivato poi l’ok della commissione Affari costituzionali del Senato alla riorganizzazione del Corpo Forestale dello Stato. I Forestali sono circa ottomila, specializzati in temi di polizia ambientale, come traffico rifiuti, discariche abusive, traffico di animali, eco mafie, abusivismo edilizio, commercio internazionale di animali e vegetali in via di estinzione, maltrattamenti su animali. Da tempo il sindacato più rappresentativo, il Sapav, è sul piede di guerra contro l’amministrazione del Corpo.
E denuncia anomalie e disfunzioni che, con il passaggio sotto il cappello del ministero dell’Interno, potrebbero essere sanati.
«Il primo punto da chiarire — spiega Marco Moroni, leader del Sapav — è come sia possibile che a capo del corpo ci sia da undici anni lo stesso comandante, Anselmo Patrone, in violazione della consuetudine della pubblica amministrazione secondo cui una posizione di vertice non possa durare più del settennato del Quirinale ». I sindacati denunciano poi «la mancanza di trasparenza nella gestione del “Fondo di assistenza e benessere del personale” ». «Ogni anno — spiega Moroni — confluiscono nelle sue casse 200 mila euro, ma a noi non è dato sapere quale sia l’ammontare complessivo, né come sia speso. Anziché essere come per le altre forze di polizia un fondo pubblico e trasparente, ha uno statuto di diritto privato e viene gestito senza la nostra partecipazione dal capo del Corpo che ne è presidente ».
Anche Graziano Delrio, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, è intervenuto sull’accorpamento delle forze di polizia. «La spending review — ha spiegato ieri — non è solo taglio lineare di risorse, ma è anche pensare a una sinergia tra forze dell’ordine, magari assegnando a una la gestione della flotta navale, a un’altra quella degli elicotteri e così via».
Il passaggio delle polizie da 5 a 4 ha scatenato una polemica politica. «Dopo anni di tagli — ha commentato Emanuele Fiano, responsabile pd Sicurezza — finalmente abbiamo ricominciato a investire nelle forze dell’ordine, per cercare di renderle il più efficienti possibile». Positivo anche il commento dei Funzionari di polizia. «Auspichiamo — ha dichiarato Lorena La Spina, leader Anfp — che non si tratti di una mera contrazione numerica, ma che si colga l’occasione per incidere a più ampio spettro su sprechi e sovrapposizioni funzionali, ottimizzando l’impiego del personale e rispettando le specificità di ciascuna forza di polizia ». Contraria la Lega. «Quella di Renzi — attacca Roberto Maroni, ex ministro dell’Interno, governatore della Lombardia — non è una buona idea, una fusione a freddo serve solo a demotivare». (Repubblica)
Le forze di polizia scenderanno a 4. Renzi: dopo la riforma della Pa difficile che i corpi restino 5. Madia: la guardia forestale sarà assorbita
Il Corpo forestale dello Stato sarà sciolto. La riduzione delle forze di polizia voluta dal premier Matteo Renzi e ribadita nella delega Pa ieri ha così un primo, concreto traguardo: i tempi saranno rapidi anche se non immediati. Restano in piedi Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia penitenziaria. I forestali, circa 8mila addetti, dovranno confluire in una delle forze dell’ordine. La questione, per nulla semplice, è in discussione ai tavoli interforze presso il dipartimento di Ps – sulla logistica, le specialità, i presìdi sul territorio – al lavoro proprio per il riordino. I vertici di carabinieri e poliziotti, in particolare, stanno valutando funzioni, dotazioni, strutture e personale della forestale che, essendo civile, dovrebbe essere immesso nella Polizia di Stato. Probabile, ma con margini di incertezza: la partita non si è chiusa e non è escluso che alcuni “pezzi” della Forestale vadano all’Arma e altri alla Ps. L’operazione, comunque, dovrà generare risparmi, secondo alcune stime dell’ordine di diversi milioni l’anno.
Altri scenari clamorosi – si era parlato persino di una fusione Finanza-Arma, ipotesi quasi da fantascienza – sono, per ora, del tutto campati in aria. Ma Tullio Del Sette (Arma), Alessandro Pansa (Polizia di Stato) e Saverio Capolupo (Guardia di Finanza) seguono nei minimi dettagli e con attenzione massima il processo di riorganizzazione: dovrebbe o potrebbe toccare anche altre questioni, come le specialità – dal loro punto di vista comunque strategiche – e, soprattutto per l’Arma, la presenza sul territorio. All’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola superiore della Polizia di Stato, presente il ministro dell’Interno Angelino Alfano, Renzi ha detto che «siamo tutti d’accordo per una sempre migliore integrazione tra le forze di polizia ed è difficile che dopo la riforma della Pubblica amministrazione siano ancora cinque». La conferma è poi arrivata dal ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia.
Secondo Pansa occorre «ridisegnare il sistema di sicurezza in continuità con la legge 121 dell’81, andando verso una modernizzazione e una razionalizzazione». Oltre alle proteste nell’opposizione, al Senato è scoppiata la grana politica, dentro la maggioranza, della polizia provinciale. La commissione Bilancio, infatti, ha fatto proprio un parere della Ragioneria generale dello Stato che ha espresso un giudizio negativo sull’assorbimento delle polizie provinciali nelle altre forze dell’ordine: operazione ritenuta troppo costosa. Il testo dovrebbe essere riscritto con la previsione di un riordino delle polizie locali e non più della loro confluenza nelle altre forze dell’ordine. Il relatore al provvedimento, Giorgio Pagliari (Pd) è stato durissimo: sulla polizia provinciale «c’è stata un’invasione di campo del Mef» e, aggiunge, «il ministero ha travisato le sue funzioni». È arrivata poi la replica del viceministro Enrico Morando: «Gli emolumenti» delle forze dell’ordine locali «sono diversi» da quelli delle altre forze di polizia, perciò l’ipotesi di assorbimento «è stata considerata onerosa». Aggiunge Morando: «Il governo e la commissione Bilancio possono sbagliare, ma di solito si comincia con il dire “avete sbagliato” e si conclude con il dire “avete fatto correttamente”». (Il Sole 24 Ore)
18 marzo 2015