L’ultimo ammainabandiera per il Corpo Forestale dello Stato – effetto della riforma Madia – si è svolto ieri nella storica scuola di Cittaducale, fondata alle porte di Rieti nel 1905, e in quella di Sabaudia, inaugurata nel 1962 sul litorale pontino a sud della capitale. I forestali confluiranno per la maggior parte nell’Arma dei Carabinieri indossandone la divisa, mentre alcuni – circa 120 – andranno nel Corpo dei Vigili del Fuoco e altrettanti nella Polizia di Stato, una trentina verranno assorbiti dalla Guardia di Finanza.
IL PASSAGGIO Si tratta di un passaggio a suo modo epocale che vede un corpo civile di settemila uomini assumere lo status giuridico militare. Un precedente risale al 1926, quando Benito Mussolini soppresse e militarizzò quello che allora si chiamava Corpo Reale delle foreste, che diventò Milizia Nazionale Forestale.
Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare dei Carabinieri, è la denominazione ufficiale della nuova unità al comando del generale Antonio Ricciardi. Questa diversa organizzazione prevede una maggior efficienza dei costi di gestione e risparmi fino a 100 milioni di euro in tre anni.
IL NUOVO COMANDO Il nuovo Comando dipenderà dal capo di Stato Maggiore della Difesa per i compiti militari; dal ministro dell’Interno per i compiti di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica; dal ministero delle Politiche agricole per le materie che riguardano la sicurezza e la tutela agroalimentare e forestale.
Il personale che rifiuta di entrare nei Carabinieri, perché contrario alla militarizzazione delle sue funzioni prima svolte da civile, può presentare domanda per il transito in un’altra amministrazione dello Stato che valuterà la richiesta.
Il Messaggero – 2 gennaio 2016