La moria di una cinquantina di vacche a Sommariva Bosco, in provincia di Cuneo, è stata dovuta ad un’elevata concentrazione di durrina, sostanza tossica prodotta, nelle sue prime fasi di sviluppo, dal sorgo che gli animali avevano mangiato al pascolo. Le conclusioni arrivano dall’esame tossicologico. Da subito, visto il decorso rapido della malattia, la sintomatologia esibita dagli animali e l’elevatissima mortalità, il sospetto diagnostico principale era l’intossicazione da acido cianidrico derivante appunto dall’ingestione dalla durrina che può essere presente nella pianta giovanissima del sorgo soprattutto se soggetto a grave stress idrico. Ma il team che stava seguendo il caso aveva inserito tra i sospetti diagnostici anche le clostridiosi ed eventuali altre sostanze chimiche anche sintetiche.
Gli accertamenti tossicologici hanno rinvenuto nelle piante analizzate una concentrazione di durrina> 0.1 %. Questo alcaloide cianogenetico può essere presente in elevate quantità nelle giovanissime piante di sorgo e per idrolisi può liberare negli animali che lo ingeriscono acido cianidrico e altri composti chimici. Negli animali deceduti è stata rilevata una concentrazione di acido cianidrico ben superiore alla soglia dei 730 ppm ritenuta già tossica per i bovini.
Secondo gli esperti che hanno seguito il caso e concluso il protocollo diagnostico si sono sommati una serie di eventi concomitanti, come la grave siccità, che ha colpito buona parte del nostro paese e che in molti casi ha compromesso la normale crescita dei foraggi, e l’avidità e rapidità con le quali i bovini hanno mangiato le piante sospette.
Le indagini sono state condotte dai Carabinieri Forestali di Bra, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta diretto da Angelo Ferrari, e Giorgio Fedrizzi, responsabile del reparto chimico degli alimenti di Bologna dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna.
Quanto accaduto in Piemonte suggerisce una maggiore attenzione circa la presenza nei pascoli di sorgo, soprattutto quando le piante si mostrino nelle fasi iniziali di sviluppo, sconsigliando quindi per prudenza di portarvi le mandrie.
Che cos’è la durrina
La durrina è un glucoside cianogenetico, capace cioè di produrre acido cianidrico altrimenti noto come cianuro di idrogeno. La tossicità di tale sostanza è alquanto elevata, mostrando valori di LD50 di pochi milligrammi per chilo di peso corporeo. La morte è pressoché immediata, dal momento che la sostanza inibisce i processi di respirazione cellulare.
Nel sorgo la durrina può essere presente nelle piante giovani, in attivo sviluppo, tendendo a scomparire nelle piante completamente formate. Non a caso il sorgo maturo può essere tranquillamente consumato da uomini e animali. Purtroppo, quando le piante sono in attiva crescita i contenuti di durrina sono decisamente significativi, potendo generare fino a 250 milligrammi di acido cianidrico ogni 100 grammi di prodotto vegetale.
Per raggiungere la dose letale per una vacca dal peso di circa 500 chilogrammi potrebbero bastare cioè quattro chilogrammi circa di sorgo. Una quantità che un bovino adulto può ingerire in pochi minuti. Nel sorgo, in special modo in Sorghum bicolor, la durrina si forma a partire dalla tisosina, un aminoacido, la cui conversione nella tossina è regolata a livello trascrizionale generando l’mRNA necessario a produrre tre enzimi, chiamati CYP79A1, CYP71E1 e UGT85B1. Sono questi a operare sequenzialmente la conversione da sostanza innocua a tossina.
Il tasso di produzione della durrina varia però a seconda dell’età della pianta, venendo influenzata anche dei nutrienti disponibili. La trascrizione dello specifico mRNA cala infatti velocemente al crescere della coltura, servendo a questa la durrina soprattutto quando è poco sviluppata, tenera e quindi appetibile dagli insetti. In sostanza, la durrina è un “pesticida” naturale con il quale le giovani piante di sorgo si difendono da possibili attacchi, ovviamente nel momento in cui più sono ad essi maggiormente sensibili. Entro un mese circa la produzione di durrina calerà poi drasticamente, rendendo le piante innocue dal punto di vista tossicologico una volta completato lo sviluppo.
Informazioni tratte da Ruminantia e Agronotizie