Miteni Spa intende sospendere per 13 settimane buona parte della propria attività, allo scopo di sistemare i propri problemi strutturali. Questo è quanto prevede il piano d’intervento che è stato inviato giovedì sera alla provincia di Vicenza dall’azienda chimica di Trissino, la quale secondo Arpav è responsabile per oltre il 97 per cento della contaminazione da Pfas. Si tratta di una proposta operativa che la ditta ha elaborato in seguito alle diffide, ed i conseguenti controlli, promossi dall’ente intermedio berico. Diffide e controlli dovuti alla scoperta di inquinanti emergenti nelle falde ed alla fuoriuscita di un gas. «I provvedimenti della Provincia sanciscono la necessità di effettuare una serie di sistemazioni ad alcuni elementi, anche se affermano che alcuni pozzi e canalette si presentano in cattivo stato senza però dire che di fatto non hanno nessuna fessurazione, e quindi non costituiscono un reale pericolo ambientale», afferma Miteni, tramite il suo ufficio stampa. L’azienda, quindi, spiega di aver elaborato un cronoprogramma degli interventi da realizzare, «che vuole garantire l’attuazione delle opere richieste, ma, anche, il reddito dei dipendenti». In buona sostanza, sempre stando a quanto fa sapere l’azienda trissinese, è prevista la realizzazione per passi di vari lavori infrastrutturali. Si inizierà con le opere necessarie a rispondere alle prime diffide. Quelle che sono state emesse dopo che la scorsa estate erano state riscontrate al di fuori dell’azienda presenze di GenX e C6O4, sostanze appartenenti alla famiglia dei perfluoro-alchilici che in Miteni venivano lavorate. In questa prima fase l’operatività della ditta dovrebbe essere ridotta di circa il 70 per cento. Fatto questo, si dovrebbe arrivare, nel periodo natalizio, ad intervenire nelle strutture di sicurezza degli scarichi di cui è stato rilevato il cattivo stato in seguito alla recentissima, è stata scoperta negli ultimi giorni di settembre, fuga di un gas altamente tossico. Alla fine dell’anno, approfittando della sosta dovuta alle feste, l’attività risulterebbe quindi sospesa per circa il 90 per cento. «Per realizzare tutte le azioni che sono state richieste, sarà necessario fermare parti della produzione e non far lavorare, seppur a rotazione e preservando la presenza di coloro che svolgono compiti così specifici da non poter essere sostituiti, quasi tutti i dipendenti», specifica la spa. «Abbiamo già fatto presente questa situazione ai diretti interessati, spiegando che è nostra intenzione fare richiesta di cassa integrazione stipendi ordinaria per 13 settimane a favore di tutti i dipendenti». I lavoratori sono circa 130 e, comunque, dovrebbero teoricamente restare a casa, a turno, solo per una parte del periodo di sospensione parziale dell’attività. I loro rappresentanti, Filtem Cgil, Femca Cisl ed Uiltec Uil, hanno già risposto giovedì, proclamando lo stato di agitazione. «L’azienda ha la piena responsabilità di questa situazione, non avendo effettuato investimenti che noi chiedevamo da tempo, e la fermata arriva in un periodo di grande incertezza e difficoltà», dicono i rappresentanti dei lavoratori che, chiedendo tutele sanitarie e lavorative per i dipendenti e la bonifica del sito industriale, si dicono pronti ad avviare un approfondimento, ma solo ad un tavolo che sia esteso anche alle istituzioni. Ben poca voglia di discutere, invece, sembrano avere le Mamme no Pfas. Una delle loro rappresentanti, Michela Piccoli, spiega infatti che «non è più il tempo dei discorsi». «Siamo arrabbiate più che con Miteni con le istituzioni, le quali, invece di adottare azioni risolutive e di tutelare la salute dei cittadini, continuano ad attuare un tira e molla ed a trattare con chi inquina», afferma Piccoli. «La Procura, la Regione e la Provincia devono prendere immediatamente l’iniziativa e sequestrare Miteni, perché altrimenti non ci saranno né controlli approfonditi né bonifica», aggiunge. «Se non lo faranno siamo pronte ad iniziative eclatanti, e non abbiamo paura, perché non stiamo facendo altro che difendere la salute dei nostri figli», conclude la mamma no Pfas. (Luca Fiorin)
L’ARENA DI VERONA – Sabato, 06 ottobre 2018