C’è il rischio concreto di nuove tasse in Abruzzo. Secondo il presidente Gianni Chiodi, infatti, potrebbe essere questa la conseguenza dei provvedimenti per sanare i conti regionali annullati con la sentenza del Tar dell’Aquila. “Se si dovesse rivelare fondata la sentenza del Tar – spiega Chiodi – si aprirebbe un buco di circa 15 mln per il 2011 e di 23 per il 2012”.
“Se si dovesse rivelare fondata la sentenza del Tar, non sarà possibile chiudere in equilibrio finanziario e saremmo costretti, con alta probabilità, all’aumento coattivo delle tasse proprio in virtù degli accordi esistenti tra lo Stato e la Conferenza delle Regioni. Si aprirebbe infatti un buco rispetto alle coperture per ricondurre il tendenziale all’equilibrio di bilancio, di circa 15 milioni di euro per il 2011 e di 23 per il 2012”. Lo ha detto il presidente della Regione e Commissario per la sanità, Gianni Chiodi, nel corso del suo intervento al Consiglio regionale straordinario convocato per discutere i poteri del Commissario.
“La sentenza del Tar è una decisione importante che stravolge l’interpretazione che lo Stato e la Conferenza delle Regioni hanno dato alle funzioni commissariali. Basti pensare – ha osserato il presidente – che ogni delibera commissariale, sopratutto quelle impugnate, sono state approvate dallo Stato e dalla Conferenza delle Regioni a mezzo del Tavolo di monitoraggio composto da ministero della Salute, dal ministero dell’Economia e dai rappresentanti della Conferenza delle Regioni italiane”. Chiodi ha poi spiegato di aver “posto in essere tutte quelle decisioni che erano indispensabili affinché ci fossero valutazioni positive sull’andamento della sanità abruzzese, così da ottenere dapprima lo svincolo parziale delle risorse trattenute dallo Stato ed erogabili solo al raggiungimento di certi obiettivi del Piano di rientro e poi anche lo sblocco del turn-over dei medici. Ma la cosa più importante è che abbiamo evitato un nuovo aumento coattivo delle tasse agli abruzzesi”. In particolare, tornando sulla sentenza del Tar, il governatore ha spiegato che, a parere del governo nazionale e dei governi regionali, quest’ultimo avrebbe fondato la sua decisione “sulla base di una ‘visione statica’ e non ‘dinamica’ del Piano di rientro”. “In altre parole, il piano di Rientro – ha concluso Chiodi – proprio perché datato (scritto nel 2007) e fondato su situazioni di fatto all’epoca esistenti in Abruzzo ed anche su standard sanitari nazionali superati, non potrebbe essere considerato un monolito per l’evidente ragione che il Piano di Rientro, datato 2007, non è stato attuato né nel 2007 né nel 2008 e, quindi, non può non essere visto e giudicato se non in chiave ‘dinamica’. Il Piano operativo ne sarebbe la prosecuzione aggiornata al mutato scenario ed ai mutati standard sanitari”.
Quotidianosanita.it – 1 giugno 2011