Il ministro: “Rivolgersi ai giudici è una brutta abitudine italiana”. Sul bonus maturità è guerra tra studenti e governo. Si possono cambiare le regole del gioco mentre si sta svolgendo la corsa?
È tutta in questa domanda la polemica e la rabbia degli studenti che si stanno ribellando alla decisione di cancellare già da quest’anno il bonus maturità, vale a dire i punti in più nei test di ammissione alle università a numero chiuso calcolati in base al voto preso all’esame di Stato.
Il bonus era iniquo, su questo erano tutti d’accordo, a partire dalla ministra dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza che ha tentato di modificarlo fin da giugno. Senza troppo successo, però. E quindi il governo aveva deciso di inserire all’interno delle misure sull’istruzione approvate lunedì in Consiglio dei ministri anche l’eliminazione del bonus, ma a partire dal 2014 visto che i test di ammissione sono in corso proprio in questi giorni.
Lunedì, invece, a sorpresa, dal consiglio dei ministri è arrivata la decisione di cancellare il bonus da subito, ultime prove comprese. Le polemiche, però, non sono diminuite. Anzi. Gli studenti si sono divisi. Da un lato chi ha incassato il successo di una battaglia andata avanti per mesi. Dall’altra chi teme di vedersi sfuggire l’ammissione proprio per colpa della eliminazione del bonus e quindi di un calcolo dei punti diverso da quello che aveva immaginato e su cui contava. Le associazioni si stanno organizzando, su Facebook stanno nascendo gruppi per dare il via ai ricorsi che minacciano di rendere la vita molto difficile agli aspiranti medici.
Maria Chiara Carrozza respinge con forza le critiche: «Abbiamo fatto i conti, abbiamo ritenuto che l’abolizione sin da quest’anno fosse la soluzione più equa». E attacca chi già pensa di rivolgersi a un tribunale: «Una brutta abitudine italiana. Ci sono persone che pensano sempre a come fare ricorso. Non deve essere lo standard il rivolgersi alla giustizia perché si perde un concorso».
La filosofia del governo chiarisce – è diversa. «Abbiamo provato ad applicare la valorizzazione dell’esame di maturità ma è risultato statisticamente inapplicabile perché la valutazione è soggettiva, dipende dalle commissioni e introduce disparità». E, quindi, precisa: «Come governo, siamo contrari a dare una valorizzazione estrema del voto di diploma e laurea. L’importante è studiare, non puntare al 100 perché questo dà punti in più in un concorso pubblico».
Ma per gli studenti la strada è segnata. Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’Udu: «Stiamo raccogliendo tutte le segnalazioni delle irregolarità durante i test e, dopo averle verificate e documentate, avvieremo i primi ricorsi». Fra cui quelli sul bonus. «È paradossale – spiega Orezzi – che la decisione del Governo per l’abolizione arrivi quando sono mesi che ripetiamo come l’unica soluzione per risolvere il problema di quel bonus iniquo fosse l’abolizione totale: solo dopo il nostro annuncio di un maxi ricorso contro il bonus il Governo ha fatto un passo indietro. Ma ora bisogna tutelare anche chi verrà penalizzato dal cambio di regole in corsa».
La stampa – 11 settembre 2013