Una cinquantina di pescatori di Chioggia ha inscenato ieri un corteo funebre a Venezia, per ricordare la morte delle vongole coltivate in zona Casette Sabbioni, in laguna. Hanno sfilato con una bara in spalla per le calli.
I pescatori puntano il dito contro i lavori condotti, lo scorso agosto, sul canale del petroli e Federcontribuenti ha reso noto di aver depositato un esposto in questura per disastro ambientale contro ignoti. Il danno si aggirerebbe sui 3 milioni di euro.
La vongola è morta. Almeno secondo la cinquantina di pescatori chioggiotti che dalle 11 alle 12 hanno sfilato ieri mattina in centro storico. O meglio, hanno dato vita a un corteo funebre. Obiettivo della loro manifestazione la sede della Provincia, Ca’ Corner. Il corteo, contraddistinto da una grande bara, è partito dalle Zattere per poi arrivare sotto le finestre dell’ente presieduto dalla presidente Francesca Zaccariotto. Lì, con il lutto al braccio, sono stati scanditi slogan e si è tentato di spiegare la situazione in cui versano settanta famiglie della città clodiense dopo la morìa di vongole che tra il 23 e il 24 agosto dell’anno scorso si è registrata in laguna. Un danno, secondo i periti delle cooperative che avevano in gestione l’area, di tre milioni di euro.
Imputato numero uno della “strage” è lo scavo del canale dei Petroli, in vista delle nuove rotte delle navi da crociera. “E’ incredibile che per far passare le navi dei vacanzieri si mettano sul lastrico 70 famiglie – tuona Marco Paccagnella, presidente nazionale di Federcontribuenti – chiediamo alla Provincia, che sulla questione non è mai andata oltre a vacue promesse mai seguite dai fatti, un impegno preciso per rifondere ai pescatori il danno subito e la creazione delle condizioni per poter ripartire”.
Le aziende, che fanno capo ai consorzi “Il faro azzurro” e “Agrimol” assieme alle cooperative Copesca e Onda Marina, avrebbero già versato al Gral, società per la gestione delle risorse alieutiche lagunari, in totale oltre 400 mila euro, a fronte di neanche un euro di risarcimento per il danno. “Siamo allo stremo – spiega Giovanni Penzo, portavoce del comitato di pescatori – abbiamo pagato le concessioni, garantite da fidejussioni bancarie, abbiamo investito due milioni di euro in lavorazione della terra e semina del fondale assegnatoci, ed ora ci vediamo subissati di altre richieste economiche dopo che a causa dei lavori sul canale dei petroli i fanghi tossici messi in circolo dagli scavi hanno ucciso le nostre culture. Il problema è che quei lavori a cui è seguita la creazione di alcune casse di colmata nelle vicinanze del nostro allevamento, hanno portato allo stravolgimento delle maree interne alla laguna. Risultato: muore la pesca in laguna, e crediamo che sia degno almeno fare un funerale alla nostra attività di pesca”.
Secca la risposta di Ca’ Corner: “Da parte dell’amministrazione provinciale si è provveduto ad attuare tutte le misure di ristoro del costo dei canoni dovuti per l’anno 2012 nonché di ripristino, anche se parziale, della semina perduta, organizzando nei mesi di novembre e dicembre una pesca di prodotto seminale e pronta vendita – dichiara l’assessore alla Pesca Giuseppe Canali – Si è poi provveduto a richiedere ai soggetti in questione l’eventuale rinuncia alle aree interessate dal fenomeno della morìa, ricevendo invece conferma esplicita sulla volontà di mantenere le stesse. Sono inoltre in corso da parte degli uffici provinciali e del Gral continui contatti con gli uffici della Regione del Veneto e del Magistrato alle Acque per le verifiche sulla idrodinamicità della Laguna e sulla classificazione delle acque, ai fini della possibilità di ampliare le zone ad allevamento”.
«È vero che nel mese di agosto si è assistito ad una moria di vongole connessa alle particolari condizioni climatiche, così come ampiamente riportato dalla stampa locale in quei giorni, moria connessa al fenomeno della anossia, conseguenza della putrefazione di massa algale in laguna, un fenomeno certificato dagli organi sanitari competenti». Replica così l’assessore provinciale alla Pesca, Giuseppe Canali, a quanto detto dai vongolari. «A seguito di tale moria, e della perdita di redditività degli allevatori», asserisce sempre Canali, «i miei uffici d’intesa con il Gral si sono attivati istituendo un tavolo di crisi con la partecipazione di tutti i soggetti coinvlti. Da parte dell’amministrazione provinciale si è quindi provveduto ad attuare tutte le misure di ristoro del costo dei canoni dovuti per l’anno 2012 nonché di ripristino, anche se parziale, della semina perduta, organizzando nei mesi di novembre e dicembre una pesca di prodotto seminale e pronta vendita. Si è poi provveduto a richiedere ai soggetti in questione l’eventuale rinuncia alle aree interessate dal fenomeno della moria, ricevendo invece conferma esplicita sulla volontà di mantenere le stesse».
7 febbraio 2013 – Nuova Venezia e Corriere Veneto