È andato a Massimiliano Pedretti il premio «Veterinario dell’anno 2013», la prestigiosa onorificenza assegnata dal Dipartimento di Scienze Medico-Veterinarie dell’Università di Parma ad un laureato che si è distinto per la sua attività professionale. 49 anni, originario di Fidenza, Pedretti è attualmente responsabile del programma della Commissione Europea per lo Sviluppo rurale e la sicurezza alimentare nel Sudan del Sud.
È lì che il veterinario si è ormai stabilito da quattro anni, dopo aver maturato esperienze pure in Tanzania e nella Repubblica Democratica del Congo.
«Sono orgoglioso di questo riconoscimento, per certi versi inaspettato perché non credevo che a Parma, dove mi sono laureato nel 1992, avessero seguito la mia carriera» ha detto Pedretti. E rivolgendosi agli studenti, ha aggiunto: «La medicina veterinaria apre innumerevoli prospettive professionali ed io l’ho sperimentato proprio in Africa. In quei luoghi, nel campo della zootecnia e dell’agricoltura, si pensa spesso che le tecnologie e le conoscenze scientifiche possano bastare a colmare il gap esistente con gli altri Paesi. La vera sfida è invece pianificare interventi sostenibili in maniera progressiva. Ci vuole tanta pazienza».
«Questo momento esalta il legame tra i laureati in Veterinaria e i docenti che li hanno formati» ha sottolineato il Rettore dell’Ateneo, Gino Ferretti. Che ha partecipato alla cerimonia insieme a numerose autorità, fra cui il direttore dell’Unione Parmense degli Industriali Cesare Azzali e il presidente del consiglio comunale Marco Vagnozzi. A legare idealmente passato e futuro è il ricordo di quattro docenti che hanno fatto grande la Facoltà di Veterinaria a Parma. All’anatomista Alessio Lemoigne è stato dedicato il Museo di Anatomia della struttura di via del Taglio; tre aule sono state invece intitolate rispettivamente a Franco Scatozza, infettivologo, a Delfo Artioli e Roberto Chizzolini, che diedero notevole impulso alla ricerca ed all’attività di ispezione degli alimenti di origine animale. «Maestri il cui insegnamento continua ad essere un esempio per tutti noi» ha osservato il direttore del Dipartimento di Scienze Medico-Veterinarie, Attilio Corradi, che ha voluto ricordare anche i docenti recentemente scomparsi, fra cui Carlo Gabbi.
«La medicina veterinaria – ha proseguito – non è una scienza che si limita agli aspetti legati alla salute degli animali e dell’uomo ma, aiutando popolazioni in difficoltà, può essere uno strumento per evitare certe tragedie».
29 ottobre 2013